Gori: «Fondamentali i dati reali sui decessi»
«Perché non estendere i tamponi?»
«L’impatto di questa epidemia sulle nostre comunità è superiore a quello fotografato fin qui dai numeri ufficiali della Regione, come dimostrano anche i dati pubblicati ieri dal Corriere», dice il sindaco Giorgio Gori. A marzo cinquemila vittime in più, in provincia di Bergamo, rispetto allo stesso mese del 2019. «I numeri “reali” — secondo Gori — sono importanti per capire la dimensione del fenomeno, la base da cui partire per affrontarlo al meglio». Anche l’Istat, ieri, ha certificato che nei primi 21 giorni di marzo i deceduti in città sono stati 398, quattro volte di più dell’anno scorso.
Secondo i numeri di ieri della Regione, intanto, i pazienti positivi sono stati 236 in più, da 8.803 a 9.039, ma con 7 mila tamponi registrati contro i 3 mila circa delle 24 ore precedenti, quando l’incremento era stato di 139 contagiati. In frenata l’aumento giornaliero dei deceduti, da 2.060 a 2.142, con una differenza di 82. E un ulteriore dato arriva dall’ufficio demografico di Bergamo: ieri sono stati registrati 27 deceduti, contro gli oltre 60 dei giorni più bui.
La fine dell’emergenza è ancora lontana e i sindaci di centrosinistra dei capoluoghi lombardi, uniti, decidono di incalzare la Regione, con domande al presidente Attilio Fontana: «Quando saranno disponibili i dispositivi di protezione – a partire dalle mascherine – il cui arrivo è stato promesso da tempo?» scrivono Gori e i colleghi di Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano e Varese. «Cosa sta facendo la Regione — prosegue la lettera — per proteggere il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa?». Uno dei punti più contestati riguarda i tamponi: «Perché la Regione non segue le direttive del ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità che prescrivono di sottoporre a tampone i sintomatici e, qualora questi siano positivi, i loro familiari e i contatti recenti?». La scelta di Palazzo Lombardia è cambiata, al momento, solo sui medici e gli operatori sanitari. I sindaci chiedono infine di avviare i test sierologici per valutare al meglio l’evoluzione dell’epidemia.
236 contagiati in più in un giorno in provincia di Bergamo secondo la Regione. Ma il numero dei tamponi in Lombardia è raddoppiato