«Qui non esistono categorie, vogliamo solo fare del bene»
«Alla fine di tutto, quando l’emergenza sarà passata, ci troveremo di sicuro, magari per una costinata». Claudio Lanfranchi, 35 anni, di Grassobbio, è titolare di un negozio di stufe a Parre. Quando ha ricevuto l’email con cui Confartigianato chiedeva la disponibilità a dare una mano in Fiera, non ci ha pensato un attimo: «Mi hanno scritto alle 16.30 e alle 18.30 ero già qui. Sono uno dei 14 stacanovisti che lavora dall’inizio. Ho tirato su pareti, ho pitturato, ho anche fatto lavorare gli altri», sorride. Alessio Tiraboschi, 20 anni, di Ranica, è un suo apprendista, anche lui volontario. Dopo quasi due settimane, la fatica comincia a farsi sentire. «Mi sembrava il minimo essere qui — dice Claudio —. A casa avrei potuto portare avanti l’attività, ma in questo momento è più importante dare una mano alla mia città». Senza bisogno di etichette. «Anche io sono alpino, atalantino e artigiano, ma qui nessuno vuole essere categorizzato. Siamo solo gente di cuore che aveva voglia di fare qualcosa, perché direttamente o indirettamente questa storia ci coinvolge tutti». Il momento più bello? «Ogni giorno. Ho conosciuto ragazzi davvero in gamba, abbiamo creato un bel gruppo». Quando torna a casa, dopo la doccia, arriva il momento dei social: «Sui Facebook ho raccontato con video e fotografie quello che abbiamo realizzato e ho ricevuto una marea di messaggi. Chiudo le giornate pubblicando post e rispondendo a chi mi scrive».