Mille interventi al giorno dai volontari in città
Ats dirige l’assistenza ai malati e alle famiglie Per anziani e nuclei in condizioni di fragilità la macchina organizzativa coinvolge 950 persone
Sei settimane dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria nella Bergamasca, i positivi in città secondo i dati della Regione sono 1.254. Cioè poco più dell’1% dei residenti di Bergamo. I numeri reali del contagio, ormai è chiaro, sono molto più alti: qui si parla solo dei malati ufficiali, che sono stati sottoposti al tampone. Alcuni sono ricoverati in ospedale, altri negli alberghi e altri ancora sono nelle loro case. Tocca alle 14 Unità territoriali per l’emergenza sociale (Utes) attive in provincia occuparsi di chi viene dimesso dall’ospedale: c’è chi viene indirizzato negli hotel e chi invece può tornare a casa, perché ha la possibilità di isolarsi dal resto della famiglia. E poi scatta un piano d’azione di Ats, Consiglio di rappresentanza dei sindaci e Fondazione comunità bergamasca. «Vengono gestiti i bisogni delle persone dimesse ed è anche previsto un servizio domiciliare di supporto sia alla persona che alla sua famiglia», spiega l’assessore comunale Marcella Messina, presidente del Consiglio di rappresentanza.
Oltre ai positivi al tampone, i Comuni si stanno occupando anche di chi è in quarantena obbligatoria perché è stato a contatto con un malato. «Sono i sorvegliati — spiega la Messina —: la Protezione civile, la polizia locale e anche i Servizi sociali li tengono monitorati, chiamandoli spesso per verificare se hanno delle necessità».
Le squadre di aiuto
Chi ha bisogno di essere aiutato, in città può contare sui volontari, che aumentano tutti i giorni: attualmente sono circa 950. In totale fanno più di mille interventi al giorno, dal lunedì al sabato (la domenica soltanto per le emergenze). Sono così tanti che il Comune ha dovuto dividerli in squadre, e ogni gruppo si occupa di una zona della città. A beneficiare di questa assistenza sono soprattutto gli anziani, ma non solo. Anche famiglie che non possono muoversi da casa (perché in quarantena obbligatoria) chiedono una mano al Comune per la spesa o per comprare i farmaci. Alcune richieste sono arrivate anche da genitori single con bimbi piccoli, soprattutto per la spesa. Ma la maggior parte degli interventi è per portare il pranzo a domicilio: da lunedì a sabato vengono consegnati a casa circa 500 pasti.
I volontari del Comune, nei giorni scorsi, hanno anche consegnato circa 300 pacchi alimentari alle famiglie più fragili. E tra gli aiuti messi in campo, ci sono i buoni spesa (è stato il governo a stanziare 400 milioni, poi distribuiti dai vari Comuni). Palafrizzoni sta già consegnando i primi 50 mila euro in buoni spesa a circa 150 famiglie (in totale in città arriveranno da Roma 640mila euro).
Le mascherine
I volontari sono stati anche ingaggiati per portare le mascherine agli over 65 che le richiedono (anche se gli anziani non dovrebbero averne bisogno perché non dovrebbero uscire nemmeno per fare la spesa). Le 36 mila mascherine arrivate in città dalla Protezione Civile regionale, che si aggiungono alle 200 mila acquistate dal Comune, sono state portate nei negozi di vicinato che le distribuiranno ai cittadini.
Pasti e mascherine
Si consegnano circa 500 pasti a domicilio, protezioni gratuite a casa per gli over 65