Corriere della Sera (Bergamo)

«Sanitari sintomatic­i ma niente tampone»

L’allarme del sindacato dei dirigenti medici

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Stefano Magnone ha 47 anni ed è medico in Chirurgia all’Ospedale Papa Giovanni, anche se come gli altri colleghi ora lavora nelle corsie riconverti­te per i pazienti Covid-19. «Qui molti sono stati fatti, ma molti non sono stai fatti». Si riferisce ai tamponi per verificare se il personale sanitario è positivo al virus.

Ne parla da medico e da segretario dell’Anaao Lombardia, che insieme ad altre organizzaz­ioni sindacali della dirigenza del servizio sanitario ha scritto alla Regione sulla situazione in tutta la Lombardia. «Ci sono comportame­nti disomogene­i delle Aziende perché le circolari vengono interpreta­te in modo diverso se hai sintomi o se hai più di 37.5 di febbre. E diverse distinguon­o: se stai male in ospedale, aprono la pratica di infortunio; se stai male a casa, aprono la malattia. Ma di cosa si sta male e perché? Sempre per il virus».

La richiesta è chiara, citando l’Organizzaz­ione mondiale della sanità, il Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie, e il ministero della Salute: «Il tampone va fatto a tutti i sanitari che hanno sintomi, anche senza febbre. Lo stesso presidente Fontana ha dichiarato che verrà fatto anche in presenza di un solo sintomo. Diversi, per esempio, hanno la tosse frequente. Poi che cosa succede: si sta a casa, ma senza il test quando si rientra come si è certi di essere guariti?». Farlo a tutti sarebbe un lavoro lunghissim­o: «Tra medici, infermieri, operatori sanitari saremo in 200.000. Ma che almeno ai sintomatic­i, vengano fatti».

Questo invece non succede, dice, almeno non per tutti: «È gravissimo che le misure stabilite non vengano rispettate, stiamo parlando della salute del nostro personale sanitario che deve essere messo nelle condizioni di portare avanti il proprio lavoro in sicurezza e non diventare esso stesso causa della propagazio­ne del contagio. I nostri ospedali sono i primi luoghi dove il contagio si è propagato e spesso sono stati dei veri e propri focolai».

Ha visto e raccolto diverse esperienze di colleghi: «Molti si sono isolati in casa, per precauzion­e, per timore di contagiare i propri familiari al ritorno dal lavoro».

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Esposti Senza tampone, il personale rischia di contagiare

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