Corriere della Sera (Bergamo)

IL PARADOSSO DELLA FASE 2

- Di Davide Ferrario

Forse dietro questa storia della Fase 2 c’è un paradosso culturale e sociale. L’idea è quella che dopo l’emergenza segua una fase di progressiv­o ritorno alla normalità. Solo che se si riesce a fare un passo di lato rispetto all’emozione di quello che abbiamo vissuto finora, bisogna riconoscer­e che da dieci anni almeno noi in emergenza ci stavamo vivendo sempre. È cominciata con la crisi finanziari­a, che ha creato l’emergenza sociale; poi c’è stata l’emergenza terrorismo islamico; poi quella — vera o supposta — sulla sicurezza; dopo ancora l’emergenza immigrazio­ne. In mezzo, una serie di crisi «di stagione», dettate dall’emergenza idrogeolog­ica, dei trasporti, dalla diffusione delle mafie economiche, dall’Europa, dalla disoccupaz­ione, dai giovani…

Alla luce della pandemia, tutto questo noi lo chiamiamo «normalità»: la vita di prima, già assurta a mito da rimpianger­e con malinconia.

E se fosse vero il contrario? E cioè che quello che abbiamo vissuto per anni, di normale non aveva niente e che invece il Covid 19 — con un prezzo altissimo di sofferenza e di morte — ci sta mostrando che il re è nudo? Forse per la prima volta, dopo anni di emergenzia­lità cronica, siamo costretti a fare dei piani per il futuro e non solo a rincorrere il presente. Solo se uno è costretto a fermarsi ha il tempo per chiedersi dove sta andando.

Vale per la nazione, per il Nord, per Bergamo ma anche, sempliceme­nte, per ciascuno di noi.

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