Il 25 Aprile inedito di Partigiani in Ogni Quartiere Da Capossela a Frankie Hi-nrg, la festa non si tocca Noi comunque ci saremo
«Ai nostri nonni fu ordinato di andare i n guerra, a noi stanno chiedendo di stare sul divano». La battuta circolava in rete all’inizio del lockdown e ha ripreso a circolare ora, a pochi giorni dal 25 aprile. Negli ultimi 12 anni, la rete Partigiani in Ogni Quartiere non ha mai mancato l’appuntamento: ogni 25 aprile ha animato Milano, dalla periferia al centro, il clou all’Arco della Pace, con il concertone di chiusura dopo la manifestazione. Il 2020 segna il settantacinquesimo anniversario della Liberazione e le strade sono chiuse. «Che importa, ci saremo, il Covid19 non sarà la scusa per limitare la democrazia conquistata nel ’45 e riaffermare l’autoritarismo evocato da certe forze reazionarie», dice l’attrice Rita Pelusio che con la collega Alessandra Pasi condurrà in streaming (youtube, facebook, instagram) sabato 25, a partire dalle 18.30, il grande evento promosso da POQ, a cui hanno aderito musicisti, artisti ed esponenti della società civile. Tre ore e mezza di semidiretta (molto è preregistrato) e un finale (alle 22) con il botto: una versione corale e inedita di «Bella Ciao». «Abbiamo lanciato un appello e chiesto contributi, lasciando piena libertà», rivela Pelusio, «un attore ha deciso di cantare, qualche cantante reciterà, altri hanno rievocato una storia familiare con un effetto coinvolgente e suggestivo. Sulla scaletta nessuna anticipazione, ma si conoscono i nomi dei partecipanti. Così si scopre che intorno a Milano si è stretta (ognuno da casa propria) l’Italia: sul palco virtuale saliranno oltre a Eugenio Finardi, Renato Sarti, Arianna Scommegna, Lucia
Vasini, anche Fiorella Mannoia, i Modena City Ramblers, Omar Pedrini, i Marlene Kuntz, Frankie hi-nrg mc, Vinicio Capossela.
«Credetemi, la “cosa pubblica” siamo noi stessi… e dobbiamo curarla personalmente, come il nostro lavoro più delicato e importante». Così scrive Giacomo Ulivi nel ‘44, prima di essere fucilato. L’ultimo pensiero del partigiano diciannovenne non è per la madre o la fidanzata, è un monito all’impegno civile.
La regista Serena Sinigaglia dice di conoscere la lettera a memoria da quando era ragazzina. La leggerà, è il suo contributo allo streaming del 25 aprile. «Quasi più nessuno ha memoria fisica di quegli eventi e le nuove generazioni ne hanno una conoscenza sommaria. Stiamo imparando quanto sia fragile il concetto di libertà: ricordare è fondamentale per la democrazia». Anche Bebo Storti ha scelto di dare voce a un condannato a morte della Resistenza. «La strana condizione che stiamo attraversando ha portato solidarietà e partecipazione, ma noto anche menzogna e tentativi di coprire le proprie responsabilità. La manifestazione diventa allora anche espressione di dissenso».
Non mancheranno gli interventi sulla «resistenza contemporanea», sanità, lavoro, confini: ne parleranno Vittorio Agnoletto, Cecilia Strada, Claudia Pinelli. «Non siamo tutti uguali neanche davanti al virus», conclude Strada, «ma senza diritti non c’è pace. Non possiamo dimenticarlo».