Piera e gli altri
Vitali faceva la staffetta, Codenotti era compagno di Cocca Casile, Nezosi fu testimone della battaglia di Fonteno. Legnani non si perdeva un 25 aprile
Questo 25 aprile con l’emergenza coronavirus non ci saranno manifestazioni aperte al pubblico, solo cerimonie simboliche, con pochissime autorità, per festeggiare i 75 anni della Liberazione.
La Bergamo di allora, liberata con l’Italia, è l’emblema di questa data del calendario. In provincia quella generazione se l’è portata via la pandemia. Fra le vittime che ha mietuto ci sono anche alcuni degli ultimi superstiti della Resistenza.
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Staffetta partigiana
È morta Piera Vitali. Appena ventenne era staffetta delle squadre partigiane che operavano in Val Taleggio, Valsassina e Val Brembana. Anche suo fratello Vitalino (morto anni fa) partecipò alla lotta di Liberazione: insieme a Davide Paganoni «Mario» fu vicecomandante dell’86a Brigata Garibaldi «Issel», scampando alla fucilazione all’ultimo. «Pierina era stata una combattente, contribuiva alle missioni militari — ricorda Angelo Bendotti, presidente dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Isrec) —. Aveva partecipato a un’azione che aveva permesso la cattura di un comandante tedesco. Arrestata e caricata su un treno verso la Germania, era riuscita a fuggire, a conferma dell’intraprendenza di un personaggio che non si lasciava sottomettere facilmente».
Poco dopo di lei, era fine febbraio, se n’è andato Bruno
Codenotti, compagno di vita e di lotta, e questi aspetti per loro sono coincisi, di Cocca Casile. Era adolescente quando prese parte all’occupazione della Prefettura, il 25 aprile 1945. «È stato uno degli antifascisti bergamaschi più simbolici perché ha attraversato tante epoche, un punto di riferimento per i giovani e il mondo dei centri sociali», spiega Mauro Magistrati, presidente dell’Anpi di cui Codenotti fu segretario per vent’anni, dal 1957 al 1977.
Testimone di Fonteno
Il 20 marzo è mancato Francesco Nezosi, classe 1930, staffetta partigiana e testimone della battaglia di Fonteno. È scomparso anche Angelo Legnani, che non è mai mancato agli appuntamenti di Piazza Vittorio Veneto. Qualche anno fa aveva anche parlato dal podio. Sindacalista della CGIL, per due legislature era stato sindaco del suo paese, Pontirolo Nuovo.
Quando erano giovani, c’era una guerra contro un nemico palese. Oggi il nemico è invisibile. «Nella notte ci guidano le stelle», recita un verso di Fischia il vento, l’inno della Resistenza a fianco di Bella Ciao. Ogni anno, perdiamo gli ultimi astri di quella stagione. Se si affievoliscono quaggiù, vanno a illuminare il firmamento.
«Il virus ci ha privato di intere generazioni, tra cui i partigiani — dice Magistrati —. Le nostre comunità usciranno sconvolte da questa tragedia senza precedenti. Spesso si è usata la metafora della guerra: possiamo prendere la Resistenza e l’immediato dopoguerra come esempio per capire come dalle situazioni più impreviste e insormontabili l’Italia sia riuscita a nascere». E la Costituzione, che sancisce il diritto alla salute universale.
«Evitiamo di rispolverare strumenti di retorica — conclude Bendotti —. La Resistenza è stata scegliere ogni giorno. In un momento come questo, dove le valutazioni di una persona portano con sé un giudizio su quanti non si sono impegnati né politicamente né economicamente, è non rinunciare al giudizio. Perché non sono state fatte zone rosse e fabbriche intere restavano aperte? Perché la sanità lombarda ha mostrato non delle falle, ma delle voragini di impreparazione?».
Pierina contribuiva alle missioni militari. Partecipò a un’azione che permise la cattura di un comandante tedesco. Arrestata e caricata su un treno verso la Germania, era riuscita a fuggire. Non si lasciava sottomettere facilmente Angelo Bendotti Isrec
Quando erano giovani c’era una guerra contro un nemico palese. Oggi il nemico è invisibile