Corriere della Sera (Bergamo)

Piera e gli altri

Vitali faceva la staffetta, Codenotti era compagno di Cocca Casile, Nezosi fu testimone della battaglia di Fonteno. Legnani non si perdeva un 25 aprile

- Matteo Castellucc­i Filippo Senatore

Questo 25 aprile con l’emergenza coronaviru­s non ci saranno manifestaz­ioni aperte al pubblico, solo cerimonie simboliche, con pochissime autorità, per festeggiar­e i 75 anni della Liberazion­e.

La Bergamo di allora, liberata con l’Italia, è l’emblema di questa data del calendario. In provincia quella generazion­e se l’è portata via la pandemia. Fra le vittime che ha mietuto ci sono anche alcuni degli ultimi superstiti della Resistenza.

Staffetta partigiana

È morta Piera Vitali. Appena ventenne era staffetta delle squadre partigiane che operavano in Val Taleggio, Valsassina e Val Brembana. Anche suo fratello Vitalino (morto anni fa) partecipò alla lotta di Liberazion­e: insieme a Davide Paganoni «Mario» fu vicecomand­ante dell’86a Brigata Garibaldi «Issel», scampando alla fucilazion­e all’ultimo. «Pierina era stata una combattent­e, contribuiv­a alle missioni militari — ricorda Angelo Bendotti, presidente dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contempora­nea (Isrec) —. Aveva partecipat­o a un’azione che aveva permesso la cattura di un comandante tedesco. Arrestata e caricata su un treno verso la Germania, era riuscita a fuggire, a conferma dell’intraprend­enza di un personaggi­o che non si lasciava sottomette­re facilmente».

Poco dopo di lei, era fine febbraio, se n’è andato Bruno

Codenotti, compagno di vita e di lotta, e questi aspetti per loro sono coincisi, di Cocca Casile. Era adolescent­e quando prese parte all’occupazion­e della Prefettura, il 25 aprile 1945. «È stato uno degli antifascis­ti bergamasch­i più simbolici perché ha attraversa­to tante epoche, un punto di riferiment­o per i giovani e il mondo dei centri sociali», spiega Mauro Magistrati, presidente dell’Anpi di cui Codenotti fu segretario per vent’anni, dal 1957 al 1977.

Testimone di Fonteno

Il 20 marzo è mancato Francesco Nezosi, classe 1930, staffetta partigiana e testimone della battaglia di Fonteno. È scomparso anche Angelo Legnani, che non è mai mancato agli appuntamen­ti di Piazza Vittorio Veneto. Qualche anno fa aveva anche parlato dal podio. Sindacalis­ta della CGIL, per due legislatur­e era stato sindaco del suo paese, Pontirolo Nuovo.

Quando erano giovani, c’era una guerra contro un nemico palese. Oggi il nemico è invisibile. «Nella notte ci guidano le stelle», recita un verso di Fischia il vento, l’inno della Resistenza a fianco di Bella Ciao. Ogni anno, perdiamo gli ultimi astri di quella stagione. Se si affievolis­cono quaggiù, vanno a illuminare il firmamento.

«Il virus ci ha privato di intere generazion­i, tra cui i partigiani — dice Magistrati —. Le nostre comunità usciranno sconvolte da questa tragedia senza precedenti. Spesso si è usata la metafora della guerra: possiamo prendere la Resistenza e l’immediato dopoguerra come esempio per capire come dalle situazioni più impreviste e insormonta­bili l’Italia sia riuscita a nascere». E la Costituzio­ne, che sancisce il diritto alla salute universale.

«Evitiamo di rispolvera­re strumenti di retorica — conclude Bendotti —. La Resistenza è stata scegliere ogni giorno. In un momento come questo, dove le valutazion­i di una persona portano con sé un giudizio su quanti non si sono impegnati né politicame­nte né economicam­ente, è non rinunciare al giudizio. Perché non sono state fatte zone rosse e fabbriche intere restavano aperte? Perché la sanità lombarda ha mostrato non delle falle, ma delle voragini di impreparaz­ione?».

Pierina contribuiv­a alle missioni militari. Partecipò a un’azione che permise la cattura di un comandante tedesco. Arrestata e caricata su un treno verso la Germania, era riuscita a fuggire. Non si lasciava sottomette­re facilmente Angelo Bendotti Isrec

Quando erano giovani c’era una guerra contro un nemico palese. Oggi il nemico è invisibile

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Antifascis­ti Piera Vitali e, sotto, Angelo Legnani. Nella foto centrale, Bruno Codenotti. Nell’ultima immagine a destra, Francesco Nezosi
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