Dai panni di Pavese al concertone in diretta social
Per ricordare la strage di Villa Masnada
Un panno bianco, quello usato il 26 settembre 1944 come segnale di via libera per la resa di Villa Masnada, a Mozzo, che sarebbe dovuta cadere in mano partigiana. Per una soffiata, ne seguirà l’eccidio della Brigata Valbrembo. Un panno bianco, per riscrivere una storia di libertà. Un panno bianco, come quel fazzoletto che le nonne dicevano di riannodare per ricordare qualcosa, o come uno straccio che toglie la polvere del tempo.
L’associazione Sotto Alt(r)a Quota riprende quel panno, ripensa ai suoi simboli, figli della storia di Resistenza e della memoria, familiare e comunitaria, per proporre un’azione collettiva: «Panno bianco», per l’appunto, per fare memoria del 25 aprile. All’iniziativa hanno aderito in 774 persone, per il 70% donne, da 89 Comuni bergamaschi. Ai partecipanti sono state indicate una manciata di parole tratte da «La casa in collina» di Cesare Pavese, da riscrivere su un panno bianco, da esporre sulla cassetta della posta e fotografare. Le immagini inviate sono state montate in quindici video, di un minuto e mezzo ciascuno. I panni allineati ricompongono alcuni brani significativi dell’opera dello scrittore piemontese, riletti dalla voce di alcuni attori. Questi video, insieme ad altri, a cura di due classi terze della scuola secondaria di primo grado di Berbenno, di sessanta ragazzi dei consigli comunali dei Ragazzi e delle Ragazze di Brusaporto, Mozzo, Pedrengo e Scanzorosciate, e delle amministrazioni di Entratico e Curno, saranno pubblicati da domani, e fino al 2 maggio, sul sito internet e sulla pagina Facebook e il canale Instagram dell’associazione. «Come piccolo partigiano, ognuno compie nella Brigata un’azione solitaria, che si ridefinisce in quella di qualcun’altro — spiega Damiano Fustinoni, presidente di Sotto Alt(r)a Quota —. Così, abbiamo chiesto di scrivere su di un panno bianco alcune parole, tratte dall’opera di Cesare Pavese, per riflettere sulla casa, in questo momento particolare in cui assume un significato da riscoprire: la casa durante la Resistenza». Da una decina d’anni l’associazione organizza una camminata nei boschi del Parco dei Colli per ricordare i partigiani uccisi a Villa Masnada. Quest’anno la «chiamata all’azione» avviene con un gesto poetico, che cammina lungo la rete, per non dimenticare e per ripensare a un nuovo modo di essere società. Ringraziando l’Isrec, Fustinoni conclude: «Questo Venticinque Aprile è una sorta di primo appuntamento per un qualcosa che sarà più grande e gioioso dalla libertà che verrà. Ci promettiamo di riabbracciarci nel nostro bosco, sotto le foglie e i fazzoletti senza nodo, perché saremo lì a far memoria tra quelle parole accarezzate dal vento».