Corriere della Sera (Bergamo)

«Test, ora basta confusione»

Ats e Ordine dei medici: i sierologic­i non servono a stabilire se una persona è contagiosa o no. Oggi altri 300

- di Armando Di Landro e Giuliana Ubbiali

Iprimi test sierologic­i sono partiti da Alzano e Nembro, i due comuni da subito più colpiti dal Covid-19. Trecento persone sono state sottoposte al prelievo, oggi si proseguirà con altrettant­e, da lunedì anche sul resto del territorio. Ma c’è confusione. La sola certezza è che se l’esito è positivo, c’è stato un contatto con il virus e sono stati sviluppati gli anticorpi. Ma lo stesso dg dell’Ats e il presidente dell’Ordine dei medici avvertono: «I test non dicono che una persona non sia più contagiosa». E questo conta in vista della ripresa del lavoro.

Loredano Signorelli è tra i residenti di Alzano finiti in quarantena perché aveva stretto la mano al sindaco di Nembro Claudio Cancelli a fine febbraio, poco prima che risultasse positivo al Covid-19. Ieri è stato tra i primi, Signorelli, a essere sottoposto al prelievo del sangue, per il test sierologic­o. E quando è uscito ha dichiarato di fronte alle television­i: «Questo test è importante, secondo me, per avere la certezza di non essere contagioso». Come lui, anche altri hanno detto la stessa cosa. È un errore, dovuto alla confusione che si è generata e si sta generando attorno ai nuovi test, che è enorme.

Non facciamo confusione. Non servono per avere la certezza di non essere contagiosi per le altre persone Massimo Giupponi Direttore generale Ats

La fretta

Non è ancora chiaro di chi sia la colpa, forse anche della grande fretta che c’è stata nel farli partire: solo oggi scasterann­o

dranno i termini per la gara lanciata dalla Regione Lombardia per produrre 2 milioni di kit per i test sierologic­i (80 milioni di euro, il valore dell’appalto) ma intanto si è già deciso di utilizzare quelli messi a punto dalla Dia-Sorin in base alle indicazion­i del San Matteo di Pavia. Giusto per dire che la fretta c’è stata, eccome. La chiarezza invece un po’ meno, se oltre a Loredano Signorelli anche le associazio­ni d’impresa bergamasch­e riponevano, fino a pochi giorni fa, grandi aspettativ­e in questi nuovi esami.

A chi si sottopone ai test sierologic­i andrebbe detto che solo il tampone serve davvero per tornare al lavoro in sicurezza Guido Marinoni Presidente Ordine medici

Le certezze

I punti fermi sono pochi e requelli, a partire dalle indicazion­i del direttore generale del San Matteo di Pavia Carlo Nicora: «I test sierologic­i servono a dirci chi ha sviluppato le difese immunitari­e e chi, invece, è ancora disarmato». E cioè, l’indicazion­e che emerge dal sangue prelevato e analizzato è: l’anticorpo neutralizz­ante c’è (test positivo) o no (test negativo). E cosa significa? Chi ha l’anticorpo probabilme­nte non può contrarre di nuovo il virus (anche su questo punto c’è qualche dubbio della comunità scientific­a, richiamato dal presidente dell’Ordine dei medici Guido Marinoni). Ma tendenzial­mente è così: l’ha già debellato. «Ma non confondiam­o gli esiti del test sierologic­o con la certezza di non essere contagiosi» ha dichiarato ieri ad Alzano il direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi.

L’utilità

Quindi, è lecito chiedersi cosa li abbiamo fatti a fare, i test sierologic­i? «Sarà possibile definire una proiezione statistica dopo aver analizzato qualche migliaio di campioni, ora non so dire se dovremo arrivare a 4 o 5 mila, decideremo strada facendo — spiega Giupponi —. L’obiettivo è un dato epidemiolo­gico, per capire in che percentual­e la popolazion­e ha gli anticorpi». Per esempio: dovesse emergere che a maggio, verosimilm­ente, il 90% dei bergamasch­i è immune, allora è chiaro che ci si potrebbe muovere in un certo modo rispetto alle restrizion­i e i divieti. Ma i test sierologic­i non sono una garanzia per rientrare al lavoro, non escludono la contagiosi­tà.

«Serve chiarezza»

«Non abbiamo la certezza che una persona con gli anticorpi non sia portatrice — aggiunge Marinoni —. L’unico modo per saperlo resta il tampone. Senza quello le persone non potrebbero tornare al lavoro.

E a chi viene convocato per il sierologic­o tutto questo andrebbe spiegato». Secondo il presidente dell’Ordine c’è un secondo errore, a monte: «Lo screening è utile, perché ci dice quante persone sono ancora suscettibi­li. Ma è più interessan­te avere il dato di quelle apparentem­ente sane, perché per chi è stato di fatto malato dobbiamo aspettarci una positività al test sierologic­o. E servirebbe­ro ancora i tamponi». E cioè a chi è rimasto nel sommerso più sommerso, perché non ha mai avuto un parente stretto o una persona vicina che è risultata contagiata. Il tampone, quindi, resta la soluzione. Anche il sindaco Giorgio Gori, ieri, è tornato a chiedere di farne di più: «Il tampone va abbinato ai test sierologic­i». Scoprire di avere anticorpi è fondamenta­le, per esempio, per un medico che lavora in ambienti a rischio, come ha specificat­o la Regione Lombardia nella sua ultima circolare, invitando gli ospedali a sottoporre al prelievo i loro operatori del Pronto soccorso, o dell’ematologia. Ma sulla diffusione del contagio il tampone resta la chiave di volta.

Gli esiti

La ricerca epidemiolo­gica, intanto, è partita. Ieri 300 persone sono state sottoposte al prelievo tra Alzano e Nembro. Altre 300 lo saranno oggi. «Anche entro fine settimana prossima, ma ribadisco che valuteremo strada facendo — ha detto ieri Giupponi — potremmo avere un numero utile per una proiezione. Ma vedremo. Uno o due giorni potrebbero anche bastare per gli esiti di una singola analisi. E da lunedì ci organizzer­emo al meglio: c’è una disponibil­ità generalizz­ata dei centri di prelievo su tutto il territorio, in tutto un centinaio».

L’organizzaz­ione

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(foto Giovanni Diffidenti) Nell’ «Area Corelab »dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII: il campione di sangue è pronto per essere analizzato
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L’obiettivo I residenti della Val Seriana sperano che i test sierologic­i dicano qualcosa in più sul contagio
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 ??  ?? Al Pesenti Fenaroli Intere famiglie in arrivo, ieri ad Alzano, al centro prelievi dell’ospedale. I residenti sottoposti ai prelievi del sangue sono stati accolti da personale di sicurezza dell’ospedale e, sotto, anche da medici con tutti i dispositiv­i di protezione possibili. Ogni paziente, nella foto grande a sinistra, è stato registrato e ha acconsenti­to al prelievo del sangue. I campioni saranno poi trasferiti nei laboratori dell’ospedale Bolognini di Seriate o del Papa Giovanni XXIII, per essere analizzati con i nuovi kit
Al Pesenti Fenaroli Intere famiglie in arrivo, ieri ad Alzano, al centro prelievi dell’ospedale. I residenti sottoposti ai prelievi del sangue sono stati accolti da personale di sicurezza dell’ospedale e, sotto, anche da medici con tutti i dispositiv­i di protezione possibili. Ogni paziente, nella foto grande a sinistra, è stato registrato e ha acconsenti­to al prelievo del sangue. I campioni saranno poi trasferiti nei laboratori dell’ospedale Bolognini di Seriate o del Papa Giovanni XXIII, per essere analizzati con i nuovi kit

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