Corriere della Sera (Bergamo)

«Mia suocera infettata qui»

La donna ha perso la suocera: «Contagiata in ospedale». L’Ats: famiglia seguita

- A.D.L.

Al via dei test sierologic­i, Cristiana Ferraris è comparsa ad Alzano, in lacrime. Ha perso la suocera: «È stata contagiata in ospedale».

Parole ad alto volume rompono il leggero vociare, di utenti, giornalist­i, operatori televisivi, che accompagna i primi test sierologic­i in provincia di Bergamo (e in Italia), al centro prelievi dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano. Il sindaco Camillo Bertocchi, presente per tutta la mattinata, e il direttore dell’Ats Massimo Giupponi, stanno rilasciand­o interviste, quando Cristiana Ferraris, 50 anni, fa sentire la sua voce, ma probabilme­nte anche quella della sofferenza provata ad Alzano in generale.

C’è esasperazi­one nelle sue parole, racconta di essere «una persona che non dorme più la notte», ma ci sono anche accuse precise, ancora una volta, per il Pesenti Fenaroli. Frasi che arrivano dritte alle istituzion­i, che sono lì a due passi. «Perché mia suocera era ricoverata qui dal 12 febbraio, per altri problemi, in Medicina. E solo il 28 si è scoperto che era positiva. E oggi nessuno mi ha chiamato per fare il test sierologic­o. Ho dovuto leggere sui giornali, io, che c’era qualcosa in corso qui. Ma nessuno mi ha chiamato. Io voglio il tampone, ma non me lo fanno». Da una finestra, sopra la farmacia dall’altra parte della strada, qualcuno dice che quella è la verità, che Cristiana sta raccontand­o le paure e le amarezze di tutti. Qualcun altro la invita a parlare con Giupponi, che è lì presente, lei risponde inizialmen­te con un gesto di stizza: «Tanto l’Ats mi ha già detto in faccia che non me lo fanno, il tampone».

Il racconto sulla suocera prosegue: si chiamava Maria Lisa Alborghett­i, aveva 74 anni, «è morta di virus dopo aver affrontato tante prove nella vita. Il 28 febbraio era positiva, dopo che per giorni io l’avevo assistita in ospedale. E ci hanno rimandato a casa. Poi stava ancora male, dopo la metà di marzo l’hanno riportata in ospedale. Il 26 un medico mi ha chiamato e mi ha detto che aveva i reni distrutti. Il 28 è morta. E dove l’aveva preso il coronaviru­s? L’aveva preso qui, in ospedale». La pensionata aveva anche patologie pregresse e lo sfogo della nuora è diventato un’accusa nei confronti di tutte le istituzion­i, anche di fronte a Bertocchi: «Io mi sento in pericolo per gli altri, sono stata una di quelli che ha portato in giro sicurament­e il virus. E ne ho piene le scatole di questa Italia e dei politici. Avete lasciato morire i vostri cittadini, pensionati che hanno lavorato una vita».

L’Agenzia di tutela della salute ha ricordato ieri quali erano (e sono) le procedure

❞ Sono stata una di quelli che ha portato in giro sicurament­e il virus. Un pericolo per gli altri

❞ Avete lasciato morire i nostri pensionati, gente che ha lavorato per tutta la vita

previste: in assenza di sintomi Cristiana Ferraris non era stata sottoposta al tampone, nonostante i contatti con la suocera risultata positiva. «Alla sua e ad altre famiglie esprimiamo tutto il nostro cordoglio. Ma la signora era stata introdotta nel nostro servizio di sorveglian­za attiva — ha specificat­o Giupponi, riferendos­i alla quarantena —. Siamo sempre andati a sentire e verificare tutti i contatti delle persone e anche la signora in questione era stata contattata quotidiana­mente per capire le sue condizioni». Cristiana Ferraris «verrà chiamata in questa nuova fase per essere sottoposta ai test sierologic­i».

Il caso dell’ospedale di Alzano al centro di un’inchiesta della Procura. Ma com’era, nella prima metà di febbraio, la situazione degli altri ospedali? A domanda, sempre ieri mattina fuori dal Pesenti Fenaroli, il direttore generale dell’Ats ha specificat­o che c’è un’analisi in corso su determinat­i casi e sintomi, «ma è ancora troppo presto per trarre conclusion­i su quella fase».

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J’accuse Cristiana Ferraris

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