Corriere della Sera (Bergamo)

Mamma e figlia, gli affetti alla finestra

Clusone, ogni giorno appuntamen­to alla Rsa. Cesarina, 91 anni, e la febbre battuta

- Di Maddalena Berbenni

L’appuntamen­to è alle 16. Ogni giorno Rosa Bosio fa visita alla madre Cesarina Varischett­i, 91 anni, alla casa di riposo di Clusone. L’anziana si affaccia alla finestra e lei le parla dalla strada. La struttura ha perso 45 anziani, ma Cesarina ha superato la febbre: «Una cosa simile non l’ho mai vista, fa tristezza», dice.

«Due giorni fa, le ho detto: mamma, domani piove, non so se riesco a passare. Poi, ci sono andata lo stesso. E l’ho trovata al vetro». Alla casa di riposo della Fondazione Sant’Andrea, a Clusone, all’appuntamen­to delle 16 si sono affezionat­i tutti, ormai. Anche i dipendenti. A quell’ora, ogni giorno, Rosa Bosio si mette sotto la finestra della madre Cesarina Varischett­i, 91 anni festeggiat­i via Skype il 12 marzo e tempra forte. La febbre l’ha superata benissimo, a differenza dei tanti, 45, che anche qui il virus ha portato via. La mente, poi, è più lucida che mai, tanto che si ritira appena sente parlare di fotografie: non vuole farsi riprendere con i bigodini fra i capelli.

È un quarto d’ora di puro amore, l’incontro tra Rosa e la mamma. E pazienza se nello scambio irrompe pure la signora Gina, la compagna di stanza 96enne che si domanda se un giorno rivedrà mai la sua casa. «La casa non scappa mica», la rassicura Cesarina, lei di Oneta, vedova da tempo, madre di tre figli e nonna. «È triste, perché abbiamo perso tanti amici — ammette —. Ho 91 anni. Durante la guerra ho perso un fratello di 23. Ho superato anche il tifo, ma io una cosa simile non l’ho mai vista. Mi viene proprio la tristezza». Di fratelli Cesarina ne aveva 11, uno gemello, «chiamato Cesarino perché i genitori credevano che non ce l’avrebbero fatta tutti e due», spiega Rosa. E invece. Cesarina ricorda quando la mamma la teneva nel letto con la seconda coppia di bebè nata poco dopo di lei. Alle spalle ha una vita di lavoro duro. Te le racconta e ti spiazza: «La fatica c’era, ma quando ti piace quello che fai non la senti. Rifarei tutto subito», e le leggi un po’ di nostalgia. «Ho avuto tutti gli animali che si potevano avere. Galline, conigli, mucche». Ripensa all’allevament­o di vitelli: «Come li curavo — sospira —. Facevo le copertine d’inverno per tenerli al caldo». Ora l’isolamento vuole dire l’intera giornata, pasti compresi, in stanza: «È come stare in carcere, siamo stanchi», è la comprensib­ile protesta. Per fortuna, ci sono le 16. «Le infermiere mi dicono che inizia a prepararsi alle tre — sorride

Rosa, che ha la stessa bellezza di sua madre in una vecchia foto —. Cerco di non mancare mai e ogni tanto le porto biscotti, caramelle, un goccino di vino».

Il direttore della Rsa Mirko Gaverini, in realtà, ad allentare le regole ci sta pensando: «Abbiamo iniziato a fare passeggiar­e gli ospiti in giardino e ad avviare alcune attività, sempre singolarme­nte. Ora, stiamo studiando un modo per farli incontrare con i familiari dietro a un vetro attrezzato per comunicare. Il passo successivo saranno le visite a distanza in giardino». Certo, non è facile: «Servono i tamponi». Secondo il direttore dell’Ats Massimo Giupponi, alle Rsa finora ne sono stati inviati 600, 280 solo tra Nembro, Alzano e Albino. A Clusone ne sono arrivati 12 per 110 ospiti e altrettant­o personale. Ai 45 decessi tra i 160 degenti, si sommano i 9 su 27 degli utenti del centro diurno: «Avevamo chiesto subito di chiuderlo, ma il 26 febbraio l’Ats si è presentata a fare i controlli e il 29 ci ha scritto che eravamo tenuti a garantire il servizio», precisa Gaverini. Hanno potuto chiudere il 6 marzo: «Gestisco altre 8 Rsa. Dove ci sono i centri diurni integrati, l’epidemia si è presentata subito. Nelle altre c’è stato più tempo per organizzar­si. Il ritardo è costato caro». Il dispiacere è anche per la morte del presidente Giorgio Merletti, 70 anni, ex sindaco. Cesare Maffeis ne ha ereditato il ruolo: «Mi sento quasi a disagio, Giorgio era un amico e per la Rsa si era speso tanto».

La foto è stata scattata anche con i bigodini. Cesarina saluta dalla finestra. In attesa delle 16 del giorno dopo.

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Rosa saluta la mamma affacciata
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 ??  ?? Il saluto Rosa, di spalle, parla con la madre; a sinistra, Cesarina e Gina
Il saluto Rosa, di spalle, parla con la madre; a sinistra, Cesarina e Gina

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