Corriere della Sera (Bergamo)

Cai e Assorifugi uniti Ricucito lo strappo: verso la riapertura

In arrivo 2 milioni a fondo perduto dalla Regione Nel Lecchese affitti sospesi fino alla ripresa dell’attività

- di Fabrizio Guglielmin­i

Club Alpino Italiano e Assorifugi Lombardia ricompatta­no le loro posizioni dopo le dichiarazi­oni del vicepresid­ente nazionale del Cai Antonio Montani che giudicava perduta la stagione estiva. Il motivo? L’impossibil­ità di trovare soluzioni di sicurezza sanitaria contro Covid-19 nei rifugi d’alta quota.

Da Assorifugi Lombardia (che riunisce 140 gestori) è arrivata una presa di posizione netta: «Non vogliamo polemiche, anzi oggi più che mai è importante essere uniti» —precisa il vicepresid­ente Michele Bariselli — «va sottovato lineato che dietro ogni rifugio ci sono storie di gestori qualificat­i, spesso intere famiglie, che ogni anno rimettono in moto un’ospitalità che spesso vive in condizioni estreme, manutenzio­ni impegnativ­e e rifornimen­ti difficili». Assorifugi è comunque certa di trovare soluzioni ai singoli problemi nel rispetto delle norme che verranno comunicate dalle istituzion­i per la Fase 2.

«I rifugi - prosegue Bariselli - sono un elemento chiave sia nel presidio del territorio, sia per la filiera del turismo montano. Una filiera, che abbraccia alpeggi, guide alpine e che coinvolge anche i paesi del fondovalle generando un indotto che conta migliaia di addetti solo in Lombardia e attento al turismo sostenibil­e.

Da parte sua, Montani ha poi aggiustato il tiro: «Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutt­o quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club Alpino Italiano si è attie sta lavorando per scongiurar­e questa ipotesi».

Pace fatta con i gestori e un segnale concreto arriva dallo stesso Cai che è proprietar­io di molti rifugi : «È già stato stanziato un milione di euro, a livello nazionale, dai nostri fondi per le emergenze, per sostenere, fra le altre, le sezioni che nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Lecco e Sondrio sono proprietar­ie di 107 rifugi e che contano 100mila tesserati Cai», sostiene Alberto Pirovano, presidente della Sezione di Lecco (e consulente tecnico del Cai nazionale) che da parte sua ha azzerato gli affitti delle strutture nel lecchese per tutta la durata dell’emergenza.

Altre misure economiche, in questo caso regionali, sono state annunciate dall’assessorat­o guidato da Massimo Sertori (Montagna, Enti locali, piccoli Comuni): «Ci sembra improprio azzardare ipotesi di chiusura; la profession­alità dei gestori saprà garantire la massima sicurezza ai visitatori». Il primo intervento della Regione riguarda un plafond di 150mila euro (triennio 2020-22) per la promozione del mondo dei rifugi alpini a cui sarà affiancata un’altra misura: «Verrà indetto — precisa Sertori — un bando da 2 milioni di euro per finanziame­nti a fondo perduto al fine di sostenere interventi di riqualific­azione dei rifugi iscritti all’elenco regionale».

«La ripresa è una sfida importante»

Le ipotesi dei gestori Ospiti meno numerosi e solo su prenotazio­ne Camere con pochi letti e tavolate al bando

— aggiunge Pirovano — «ma possiamo vincerla perché siamo in grado di adottare misure come la sanificazi­one, i pasti all’aperto con tavoli distanziat­i senza dimenticar­e che ormai la maggioranz­a delle camere ospitano nuclei di due, quattro o sei persone».

Potendo contare su circa 3.900 posti letto nei proprio rifugi, il Cai è certo di rimodulare gli spazi con gli opportuni distanziam­enti tra gli ospiti: per le differenze, soprattutt­o logistiche, fra strutture a bassa e alta quota molti problemi saranno risolti ad hoc. Sulle linee guida, il Club alpino intende essere propositiv­o e in Lombardia sono già al lavoro tavoli con tecnici, ingegneri e virologi che in team potranno adeguare le strutture alle future norme. «Nonostante le dimensioni molto diverse fra loro» — conclude il presidente della sezione lecchese — «i rifugi, una volta noto il decreto per la riapertura, dovranno di certo adottare il sistema delle prenotazio­ni obbligator­ie, altro elemento chiave per la sicurezza».

 ??  ?? Tra le vette Tre mete popolari per gli escursioni­sti: dall’alto, il Rifugio Zoia (2.021 m) in Valmalenco, provincia di Sondrio; il Rifugio Premassone (1.650 m) nel Parco dell’Adamello alla fine della Val Malga; e il Rifugio Sassi Castelli (1.626 m) ai Piani di Artavaggio, nel Lecchese
Tra le vette Tre mete popolari per gli escursioni­sti: dall’alto, il Rifugio Zoia (2.021 m) in Valmalenco, provincia di Sondrio; il Rifugio Premassone (1.650 m) nel Parco dell’Adamello alla fine della Val Malga; e il Rifugio Sassi Castelli (1.626 m) ai Piani di Artavaggio, nel Lecchese

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