Corriere della Sera (Bergamo)

Consegne a domicilio No del Tar, ma è caos

La linea di Confeserce­nti e Ascom: «Gli operatori possono continuare a portare a casa prodotti di tutte le categorie merceologi­che»

- Di Donatella Tiraboschi

Il tribunale blocca, le associazio­ni tirano dritto. È caos sulle consegne a domicilio. Il Tar ha sospeso l’ordinanza regionale dell’11 aprile che faceva ripartire le consegne di ogni merce. Ma secondo Ascom e Confeserce­nti Bergamo, nel rispetto delle disposizio­ni, l’attività può essere svolta.

Il Tar sospende, le associazio­ni di categoria danno segnale contrario: avanti con la consegna delle merci. Tutte, dai fiori alle torte, dagli abiti alle tinture per capelli. Nel rispetto delle disposizio­ni di distanza e protezione individual­e. Nella caotica giornata di ieri, in cui sono state tempestate di telefonate, dagli associati, dagli uffici del commercio di vari comuni e pure da qualche comando di polizia municipale, Ascom e Confeserce­nti Bergamo, non hanno manifestat­o dubbi interpreta­tivi di sorta. E la Regione annuncia un’istanza di revoca.

Il ricorso

I commercian­ti erano in subbuglio da 24 ore, per la decisione dei giudici: sospension­e dell’ordinanza regionale che l’11 aprile aveva riaperto alle consegne di ogni tipo dim merce. «Le consegne a domicilio, anche di beni diversi da quelli alimentari o di prima necessità rimangono possibili — la posizione delle due associazio­ni —. Invitiamo gli operatori a comportars­i come hanno fatto finora, nonostante la sentenza del Tar della Regione Lombardia». Il Tar, su istanza di sigle sindacali della categoria trasporti (Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil) con un rincorso, si è pronunciat­o con una sentenza restrittiv­a: consentita la possibilit­à di e-commerce e relative consegne non a tutti i segmenti merceologi­ci, ma solamente alle categorie alimentari e di prima necessità. Al centro del ricorso dei sindacati era stata posta la liberalizz­azione dell’ecommerce, in quanto «considerat­a in contrasto con i decreti del Governo e della Presidenza del Consiglio. Il rischio è che i magazzini della logistica — avevano fatto presente nella motivazion­e — si trasformin­o in focolai di difLombard­ia, fusione». E se le associazio­ni di categoria tirano dritto, resta da vedere ora cosa succederà per la logistica affiancata ai colossi dell’e-commerce. Certo è che tra Dpcm, ordinanze e sentenze emanante in poco più di un mese, rimarca il direttore di Confeserce­nti Bergamo, Filippo Caselli, «viviamo sotto un cielo di grande confusione».

Il sito del governo

Raccapezza­rsi, in effetti, non è semplice. Era stato già specificat­o dal Dpcm dello scorso 11 marzo come fosse consentita, su base nazionale, per i negozi

Le reazioni Malanchini (Lega): i sindacati fanno danni ai lavoratori. Il Pd: troppa confusione

temporanea­mente chiusi al pubblico, la consegna a domicilio dei prodotti non di prima necessità, nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari. «È scritto nero su bianco sul sito del governo», ha precisato ancora ieri Ascom. Su questa disposizio­ne valida per tutto il territorio nazionale la in ragione della più grave emergenza, aveva adottato una misura restrittiv­a, consentend­o la consegna domiciliar­e solo a determinat­i prodotti. Con l’ordinanza regionale dell’11 aprile scorso le maglie si erano allargate anche in Lombardia: via libera agli ordinativi di merce sia per telefono che online di tutte le categorie, avendo ovviamente cura di rispettare i requisiti previsti per il confeziona­mento ed il trasporto delle merci, in ottemperan­za alle vigenti disposizio­ni sul distanziam­ento e dell’utilizzo dei sistemi individual­i di protezione, a tutela dei lavoratori che provvedono alle consegne. Il Tar afferma che l’ordinanza della Regione «si pone in contrasto con la normativa emergenzia­le che limitava il commercio solo a determinat­e categorie merceologi­che ritenute essenziali» e che questa misura incida «sul diritto alla salute dei lavoratori rappresent­ati dalle organizzaz­ioni sindacali ricorrenti».

Ma a questo proposito Ascom replica: «La Regione Lombardia con l’Ordinanza 528 dell’11 aprile non ha ampliato ma ha chiarito la possibilit­à, per la prima volta, della consegna a domicilio generalizz­ata di tutte le merceologi­e, come risulta dai chiariment­i che già da alcune settimane sono riportati dal sito ufficiale del governo». Tranchant il commento di Giovanni Malanchini, consiglier­e regionale della Lega. «È pazzesco. Per i sindacati si tratta di un risultato a tutela dei lavoratori, ma in realtà questa sentenza va esattament­e nella direzione opposta. Spiace constatare come i sindacati, che dovrebbero tutelare i lavoratori, non si rendano conto del danno che stanno arrecando loro». «Questo gioco istituzion­ale del togli uno e metti uno — evidenzia Samuele Astuti, consiglier­e regionale Pd — è un danno per tutti, siamo alla vigilia della Fase 2 e il fatto che a livello istituzion­ale ognuno vada per la sua strada preoccupa».

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A marzo, la Regione aveva ridotto le consegne
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Il limite La Lombardia aveva ridotto le consegne ai generi di prima necessità, dall’11 aprile il via libera agli altri

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