Ascom e Appe, un tavolo per la crisi degli affitti
Ascom e Appe, servizio per esercenti e proprietari dei muri: a rischio 2,2 milioni al mese
In due mesi gli incassi sono stati pari a zero e la rata mensile dell’affitto resta da pagare. Quella di marzo, aprile e poi chissà come sarà per i mesi a venire. Per i commercianti a questo punto il saldo del canone non è più solo una questione finanziaria, ma anche morale. «In particolare proprio per gli operatori bergamaschi — esordisce il direttore di Ascom Bergamo, Oscar Fusini —, perché il pagamento dell’affitto, pur tra mille difficoltà, anche nel passato è sempre stato considerato un punto d’onore. Non potervi far fronte è una difficoltà, anche morale, che si aggiunge a quella economica».
I numeri sono impressionanti. Secondo un’indagine effettuata proprio da Ascom risulta che il 57,2% delle imprese del terziario bergamasco è in affitto, e, ad oggi, a causa della pandemia, risultano chiuse 4.718 imprese che non hanno locali propri. Di queste il 43% (2.028 imprese) non ha intenzione di continuare a pagare l’affitto; mentre il 33% vuole negoziare un nuovo accordo e il 32% contenere il canone. Il canone medio mensile nella provincia di Bergamo è di 1.050 euro (12.600 annui, calcolato su parametri medi di superficie e di canone, senza considerare punte massime che possono arrivare anche a 10 mila euro al mese per zone di pregio cittadine), si stima che il mancato pagamento dell’affitto potrebbe aggirarsi su un monte complessivo di 2,2 milioni di euro al mese. Qui potrebbero annidarsi un’infinità di cause e liti giudiziali, come se non bastassero già i guai in corso.
Da queste e molte altre considerazioni che puntano a bilanciare le esigenze di locatori e locatari del commercio in uno scenario incerto, AppeConfedilizia e Ascom hanno sottoscritto un protocollo d’intesa. «Proponiamo — spiega Antonello Pagani, direttore di Appe Bergamo — un servizio ai rispettivi soci per valutare, qualora proprietario e inquilino lo ritenessero necessario, le singole posizioni dei contratti di locazione e le contrapposte esigenze delle parti per ricercare, con la massima professionalità possibile, un’intesa su come superare la difficile e rischiosa fase di transizione».
Ascom ha creato una task force, personale che ascolterà le parti, cercando una quadra al problema. Uno dei tanti perché, come ha ribadito anche Luciano Patelli, vice presidente Ascom: «Il dialogo è importante anche per i proprietari degli immobili. Prima di imbarcarsi in sfratti, cause e ricollocazioni incerte, è meglio sedersi al tavolo e parlarsi».