La promessa: arrivano 50 milioni in più
Il Governo accoglie la proposta del Pd. Ok anche agli aiuti della Lega per le aziende
Più aiuti economici da destinare alle province maggiormente colpite dall’epidemia. Il Governo accoglie le proposte di Pd e Lega. Per la Bergamasca significa 50 milioni di euro come risorse aggiuntive, secondo l’ordine del giorno del Pd. I leghisti puntano a un piano per il rilancio delle aziende.
Sul fine i parlamentari bergamaschi sono tutti d’accordo ma sul mezzo ognuno va per la propria strada. Così ieri il Governo ha fatto propri due ordini del giorno sullo stesso tema: uno proposto dai deputati del Pd e condiviso dalla maggioranza e l’altro da quelli della Lega. Entrambi chiedono un aiuto economico immediato per le zone più colpite dall’epidemia Covid-19.
L’iniziativa del Pd sottoscritta per Bergamo da Maurizio Martina ed Elena Carnevali, a cui si è aggiunto Devis Dori del M5S, propone uno stanziamento straordinario di fondi ai 671 Comuni delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza. L’ordine del giorno è la conclusione dell’azione avviata dai parlamentari a inizio aprile con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Ecogiuntive
nomia Roberto Gualtieri a cui ne è seguita un’altra in cui i parlamentari hanno anche quantificato l’aiuto in cui sperano: almeno 200 milioni. «Per la nostra provincia — spiega Martina, primo firmatario — vorrebbe dire tra i 50 e i 60 milioni. Sono risorse agoltre a quelle già previste per l’accordo con l’Anci (3 miliardi per tutt’Italia) e quelle regionali. Il passaggio di ieri è un atto ufficiale che impegna il Governo che sta preparando il decreto di aprile del Cura Italia che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana». Già in quel documento dovrebbe trovare attuazione. «La nostra proposta — continua Martina — è pensata per avere un effetto immediato. Portare questi fondi ai Comuni e poi lasciare loro libertà su come spenderli: se hanno necessità di rafforzare i servizi alla persona e alle famiglie o in opere pubbliche. Queste risorse saranno ripartite in base alla popolazione e per il solo capoluogo vorrebbero dire circa 5 milioni».
Punta invece a un piano di rilancio delle aziende l’ordine del giorno della Lega sottoscritto dai bergamaschi Rebecca Frassini, Alberto Ribolla, Daniele Belotti e Cristian Invernizzi. «Abbiamo impegnato il Governo — dice la Frassini, prima firmataria — a individuare un modello che favorisca la ripresa del settore produttivo delle aree lombarde più colpite dal Covid attraverso misure di natura fiscale, di semplificazione burocratica e di accesso al credito a fondo perduto. L’osservatorio di Confindustria Bergamo dice che il 52% delle imprese ritiene di non poter rimanere in piedi senza aiuti. Con questa iniziativa vogliamo accelerare la ripresa economica del territorio soprattutto attraverso la riapertura in sicurezza di specifici settori di attività che fungano da volano per l’intero indotto».
Intanto proprio sulla mancanza di chiarezza per la Fase 2 si preoccupa il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. «Il 27 aprile — dice — riparte il 10eLotto, il 4 maggio il Superenalotto, l’11 maggio scommesse e slot machine. C’è l’Italia
❞ Il sindaco Gori È tutto chiaro soltanto sull’azzardo: per lo Stato la prima industria da far ripartire
bloccata e non sappiamo niente di preciso sulla riapertura di imprese, negozi e scuole. Tutto chiaro invece sull’azzardo, per lo Stato la prima industria da far ripartire».