Le previsioni che preoccupano: 1.500 aziende non reggeranno
L’artigianato si muove tra chi non si è mai fermato e chi sta ripartendo in un panorama a macchia di leopardo, come spiega il numero uno di Confartigianato Bergamo, Giacinto Giambellini. Non è facile rendere l’idea, con un dato univoco ed omogeneo, di un mondo artigiano che conta decine di categorie Ateco e migliaia di realtà medio piccole che, in particolar modo nei paesi, a fronte degli azzeramenti degli incassi, degli affitti e della pressione fiscale, si presenta alla ripresa con un grande punto di domanda. «Molti non reggeranno il colpo — ipotizza Giambellini —, da qui alla fine dell’anno credo che le imprese che si arrenderanno qui non saranno meno di 1.000/1.500. Sarà durissima. Per arginare questo momento si sta ricorrendo agli strumenti già sperimentati in passato, ma questa è una crisi del tutto nuova che investe sia l’aspetto economico che quello sociale». È proprio l’artigianato il settore che si trova a “patire” la creatività individuale: «Ne è la riprova il fatto che i magazzini del “fai da te” siano pieni di gente». Ma è anche vero che proprio dalla fantasia imprenditoriale del mondo artigiano possono scaturire soluzioni inedite. È il caso della Sartel di Grassobbio,azienda artigiana a conduzione famigliare specializzata nella produzione di apparecchiature elettriche per conto proprio e per realtà internazionali. Fin dai primi di febbraio, il titolare Alberto Ravasio ha raccolto e messo in filiera le competenze di altre aziende artigiane del territorio, riuscendo ad immettere sul mercato flaconi di gel igienizzante, totalmente made in Bergamo.
Una riconversione che vede le varie realtà artigiane impegnate nella realizzazione di colonnine e dispenser per la distribuzione automatica di gel, con una domanda che annovera tra i clienti i grossi nomi della grande distribuzione organizzata.