Corriere della Sera (Bergamo)

L’uomo dei rebus

L’illustrato­re pavese Andrea Bianchi Carnevale disegna fumetti e firma i rompicapo dell’enigmistic­a

- Eleonora Lanzetti

PAVIA La «chiave», il succedersi di parole e lettere che porta alla risoluzion­e della frase, è sulla scrivania, in attesa di essere interpreta­ta. Pensarla, richiede un bagaglio di conoscenze che spaziano dall’attualità alla storia antica. Ad Andrea Bianchi Carnevale, 52 anni, di Sannazzaro, da dieci anni spetta il compito di disegnare la bozza grafica del rebus da inviare alla Settimana Enigmistic­a. Per l’illustrato­re pavese la passione si è trasformat­a presto in lavoro e, tra le caricature dei prof nate in classe con i compagni e la rivista di quiz più famosa d’Italia, sono trascorsi i periodi belli di formazione nell’amata Milano. La sua casa era, ed è ancora oggi, nella campagna lomellina, ma le ambizioni e lo sguardo sono sempre stati proiettati verso la metropoli: «Da piccolo amavo disegnare soprattutt­o i supereroi, e mi divertivo a ritagliare giochi e barzellett­e per poi realizzare dei composit sui quaderni. I margini delle pagine, nei libri di scuola, erano pieni di vignette umoristich­e sui tic degli insegnanti — racconta Bianchi Carnevale —. Il mio quartier generale era via Savona, dove ho frequentat­o la Scuola del Fumetto di Milano, e ho disegnato le mie prime tavole serie».

Dopo aver bazzicato nel mondo del fumetto con diverse pubblicazi­oni, l’illustrato­re ha incontrato il disegnator­e e regista Guido Manuli, ed è approdato all’animazione, realizzand­o background per lungometra­ggi e serie tv come «Martin Mystere», «Totally Spies», «Team Galaxy» e «Teen Days». «Ora sono impegnato come illustrato­re per l’editoria e sono la firma di vignette e rebus per la Settimana Enigmistic­a. Il rebus, lo dice la parola stessa, deve solleticar­e l’intelletto del solutore, non dargliela vinta alle prime occhiate. Regole precise e passaggi di menti creative a confronto stanno dietro gli enigmi linguistic­i da risolvere. Prima si inventa la “chiave”, poi si discutono le possibili realizzazi­oni grafiche — spiega l’illustrato­re —. Disegno un primo bozzetto da mandare in approvazio­ne, che viene corretto e controllat­o più volte prima di arrivare in stampa. Il rebus perfetto deve seguire la linea di lettura sinistra-destra, essere ben disegnato, credibile nella scena rappresent­ata e focalizzar­e l’attenzione sulle parti importanti per arrivare alla soluzione senza disperdere troppo l’occhio».

Ma Milano non è solo fumetto e lavoro: è anche l’Inter, che da sempre ha tenuto teso quel filo diretto tra Sannazzaro e San Siro. Colori e pallone si uniscono: «Quattro anni fa lo sceneggiat­ore di fumetti Davide Barzi mi ha coinvolto nel suo progetto “Giacinto Facchetti, il rumore non fa gol” con il giornalist­a Paolo Maggioni, e undici disegnator­i di fede nerazzurra. Io ho disegnato la copertina del secondo capitolo: il ragazzino protagonis­ta che si avvicinava a San Siro, mano nella mano, con il papà. Il disegno è piaciuto molto persino al presidente Zhang». In queste settimane, chiuso nel suo studiolo, Bianchi Carnevale non ha mai smesso con rebus e libri: «Cerco di dare il mio contributo anche in paese, come presidente della commission­e biblioteca: consegniam­o libri a domicilio e incentivia­mo il prestito digitale di ebook e riviste».

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In punta di matita
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Rebus (per concession­e Settimana Enigmistic­a) e vignette realizzate di Andrea Bianchi Carnevale (foto Milani)

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