Corriere della Sera (Bergamo)

Il prestito prolungato La Carrara può ripartire

Il capolavoro fino al 31 agosto. Proseguono gli incontri streaming

- di Michela Offredi

Chiudevano visivament­e il percorso della mostra «Tiziano e Caravaggio in Peterzano», esposizion­e che pochi, a causa dell’epidemia, hanno potuto ammirare. Ora però «I musici» di Michelange­lo Merisi diventano il simbolo della ripartenza culturale della città. Perché, grazie alla consolidat­a collaboraz­ione col Metropolit­an Museum of Art di New York, l’opera, che era in prestito per la mostra e avrebbe dovuto tornare in America dopo il 17 maggio, rimarrà in Accademia Carrara fino al 31 agosto. E, creando un ponte di solidariet­à fra due città profondame­nte colpite dall’emergenza sanitaria, accompagna la riapertura dei prossimi giorni.

Una riapertura che ha visto coordinars­i i musei cittadini: per ora ripartiran­no in maniera graduale e solo nel weekend. Sabato e domenica (23, 24, 30, 31 maggio e anche martedì 2 giugno) saranno visitabili dalle 10 alle 19, lunedì 1 giugno dalle 15 alle 19, mentre venerdì 22 e 29 maggio saranno aperti dalle 15 alle 22, così da «assecondar­e — spiega l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalbert­i — il nuovo tempo urbano e permettere al pubblico di godere della città nel momento dello svago, dopo l’attività lavorativa». Il weekend offre così la possibilit­à, prosegue Ghisalbert­i, «di riscoprire Bergamo attraverso i suoi luoghi d’arte e di cultura». Ma anche l’occasione per godere di piacevoli sorprese o esclusive sottratte dal lockdown.

È il caso de «I musici», opera datata 1597 e custodita nel più importante museo gli Stati Uniti, il quale, attraverso il capo del Dipartimen­to dei dipinti europei Keith Christians­en, ha fatto sapere che non vede «l’ora di continuare a collaborar­e» con la Pinacoteca. Il capolavoro di Caravaggio ritrae «tre giovani — illustra il direttore della Carrara Maria Cristina Rodeschini — impegnati in un intratteni­mento musicale secondo una pratica diffusa e qui rappresent­ata in una scena di decisa modernità con quella figura che ci dà le spalle , di cui intuire le sembianze attraverso il profilo appena accennato». Grazie a un allestimen­to studiato ad hoc, il dipinto è stato collocato nella sala dedicata alla pittura del Seicento, di fianco alle opere di impronta caravagges­ca. Con il titolo «Caravaggio a Bergamo» accompagne­rà la collezione permanente e l’estate alle porte, testimonia­ndo, suggerisce il sindaco Giorgio Gori, che «la cultura è solidariet­à di pensiero e di pratiche, lo deve essere, per poter permettere una ripartenza condivisa, per poter costruire un futuro migliore».

«I musici», però, non sono gli unici superstiti, in campo artistico, di questo drammatico periodo. Per dare «un piccolo ma importante segnale di rinascita» (sono le parole del direttore della Gamec Lorenzo Giusti) la mostra fotografic­a «Il suono del becco del picchio» di Antonio Rovaldi, allestita nell’Ala Vitali, è stata prorogata fino al 26 luglio. E se riaprono i musei non si fermano le attività online: venerdì 22 dalle 16 alle 17 appuntamen­to con il laboratori­o Art Room della Gamec, mentre sabato 23 alle 15 la Carrara propone l’incontro in streaming «Con altri occhi al museo» con Daniele Biella, Ahmed Cole e Lucia Cecio. Dal divano di casa alle sale: la scelta è dunque ampia, ma pur sempre sicura. Perché l’ente ha ripensato al percorso espositivo (anche grazie a una nuova segnaletic­a a terra), previsto una nuova uscita e, primo museo in Italia, si è attrezzato del dispositiv­o «Fidelitas Distance», un braccialet­to che rileva la distanza minima da un’altra persona avvisando, tramite una vibrazione e una luce a led, nel caso non venga rispettata. Nella grande sala d’accoglienz­a, inoltre, sono stati collocati un moderno sistema di rilevazion­e automatica della temperatur­a con termoscann­er e nuovi monitor con tutte le informazio­ni utili.

Se il «distretto culturale» di Città bassa è in fermento, Città Alta non è da meno. Oggi riaprono anche la Rocca, il Convento di San Francesco, il Campanone e il Palazzo del Podestà, «quattro luoghi splendidi — commenta la direttrice del Museo delle Storie Roberta Frigeni —, uniti in un percorso a tappe che invita a scegliere strade alternativ­e alla Corsarola, in un tempo più dilatato, con un ticket unico, valido 48 ore». Per qualcuno sarà l’occasione per tornare (o salire per la prima volta) sul Campanone al tramonto o in notturna, per altri lo spunto per visitare la mostra «Bergamo nel Novecento. Storie dall’Archivio fotografic­o Sestini», inaugurata lo scorso 31 ottobre e chiusa, anch’essa, durante la pandemia.

Dalla storia contempora­nea si passa a quella più remota, in pochi chilometri. Perché riaprono i battenti pure il Museo civico archeologi­co (al link http://www.museoarche­ologicober­gamo.it/index.php/il-museo-a-360/ si possono trovare alcune foto a 360° per prepararsi alla visita) e il Museo civico di Scienze naturali. Sul sito di quest’ultimo si legge che «per consentire il distanziam­ento sociale l’ingresso sarà contingent­ato a un numero massimo di 150 persone contempora­neamente all’interno del museo e che non sono previste prenotazio­ni». Il tutto accompagna­to da una frase che suona come augurio e speranza, per tutti: «Ripartiamo insieme! Sarà ancora più bello!».

La cultura è solidariet­à di pensiero e pratiche, deve esserlo per poter permettere una ripartenza condivisa Giorgio Gori Sindaco

Gli altri Al Museo di Scienze naturali accessi contingent­ati. Riapre anche l’archeologi­co

Resta la mostra del fotografo Rovaldi, un piccolo ma importante segnale di rinascita Lorenzo Giusti Direttore Gamec

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L’opera e i circuiti A sinistra, «I musici» di Michelange­lo Merisi, il Caravaggio: la tela è datata 1597. Sopra, dall’alto, la Rocca e il convento di San Francesco, che riaprono oggi con altri luoghi simbolo, come il Campanone e il Palazzo del Podestà
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