Il video della tragedia virale tra i bimbi
Autore ignoto, ha ripreso anche la mamma in lacrime. Segnalazioni ai carabinieri
Qualcuno ha ripreso la tragedia di Karim, a Boltiere. Non si sa chi, ma c’è un video di otto secondi, con il piccolo incastrato e la madre disperata, che gira come un vortice sui cellulari e i tablet tra gli alunni delle medie e i bimbi delle elementari. Le scuole sono in subbuglio, ieri una riunione si è svolta online. E alcuni genitori hanno segnalato il filmato ai carabinieri.
È un video di pochi secondi che passa di cellulare in cellulare e sta facendo inorridire Boltiere. Ritrae i soccorsi a Karim Bamba, il ragazzino di 10 anni che martedì ha perso la vita incastrato in un cassonetto della Caritas, mentre cercava di recuperare qualche vestito usato.
Otto secondi in tutto girati di nascosto con un telefonino nel parcheggio di via Monte Grappa dove è avvenuta la tragedia. Nella scena, ripresa in verticale, si vedono per un attimo gli operatori del 118. L’inquadratura però è fissa sui piedi scalzi e le gambe distese nel vuoto del bambino mentre il resto del suo corpo è ancora inghiottito dalle lamiere del cassone metallico. Una scena straziante che diventa insopportabile perché in quel momento, si capisce dall’audio, arriva la mamma che si mette a urlare disperata. Immagini brutali, difficili da metabolizzare anche per un adulto, che stanno girando incontrollabili su smartphone e tablet dei coetanei di Karim.
Prima si sono diffuse tra gli studenti delle medie e poi anche tra gli alunni delle elementari. Il filmato è entrato nel flusso delle centinaia di foto e clip che i bambini dell’era digitale come forma di socializzazione si scambiano. Un video diventato «virale», ma non è come tutti gli altri. Ci sono minori che dopo averlo visto non sono riusciti a chiudere occhio per lo shock. In un caso è stato richiesto un colloquio con uno psicologo. L’allarme tra i genitori è massimo e ha travolto le scuole del paese, la primaria Bruno Munari che frequentava Karim e la secondaria Don Peppe Diana dove invece è iscritto il fratello maggiore. Proprio il fatto che gli istituti siano chiusi per il lockdown ha amplificato la diffusione del video. La didattica, infatti, è tutta online e così anche alunni, soprattutto quelli delle elementari, che non avevano un proprio cellulare, ora hanno a disposizione un tablet o un computer per lo studio. Così tra una lezione e l’altra possono navigare e accedere ai programmi di messaggistica.
Un vero tsunami per insegnanti e maestre che, dopo la tragedia di Karim, devono accompagnare i loro allievi nel percorso di elaborazione del lutto. Un lavoro delicato che si è incrinato sotto quei fotogrammi spietati e morbosi, che stridono con i disegni di un angelo dalle ali azzurre, che anche ieri i compagni di scuola di Karim hanno appeso nel parcheggio di via Monte
Grappa. Le scuole hanno cercato subito di arginare la diffusione del video in stretta collaborazione con i genitori. A tutti i bambini è stato inviato un messaggio chiedendo di cancellare quelle immagini spiegando come fosse sbagliato e fonte di ulteriore dolore per la famiglia di Karim.
Gli insegnanti dialogheranno con gli alunni anche grazie a uno psicologo. Ieri pomeriggio l’argomento è stato al centro dell’assemblea di istituto, online. La rabbia dei genitori è molta e qualcuno ha già fatto segnalazioni ai carabinieri. I militari della Tenenza di Zingonia sono impegnati da giorni nei rilievi della disgrazia. Il pm Emanuele Marchisio ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e chiesto verifiche sul cassonetto. L’autopsia è fissata per lunedì.
D’altra parte, invece, è molta la solidarietà che la tragedia ha suscitato. «Abbiamo raccolto — spiega l’assessore Cinzia Begnardi — numerose richieste da parte di cittadini ed enti che vogliono contribuire ad aiutare la famiglia di Karim. Vogliamo rassicurare sul fatto che la famiglia continua ad essere sostenuta dai Servizi Sociali ma riteniamo siano importanti il sostegno e il contributo di tutti per il suo futuro. Le donazioni potranno essere effettuate rivolgendosi al parroco o al Centro di primo Ascolto Caritas parrocchiale, con cui l’amministrazione comunale collabora da sempre per azioni a favore delle persone più fragili».
Le immagini 8 secondi, c’è anche la madre disperata. Il video finisce sui tablet per le lezioni