Corriere della Sera (Bergamo)

Rsa in difficoltà economiche «Nuovi ospiti, in sicurezza»

- Di Giuliana Ubbiali

Alla fondazione Carisma la lista d’attesa è di 350 persone, su 80 posti liberi. L’emergenza Covid ha bloccato i nuovi ingressi nelle Rsa, ma non i bisogni delle famiglie, anche se c’è chi ha ancora paura a portare un proprio caro nei luoghi che più hanno patito. «Un 50% e 50%», calcola il direttore Fabrizio Lazzarini. «Stiamo preparando l’arrivo di nuovi pazienti per settimana prossima — annuncia —. O cominciamo a riprenderl­i o andiamo a casa noi. Si farà solo dopo il tampone negativo del nuovo ospite, che resterà monitorato per due settimane in spazi appositi». Carisma calcola minori entrate per un milione di euro. «Tutte le strutture hanno personale in eccesso — sempre Lazzarini —. Non abbiamo nessuno in cassa integrazio­ne e non abbiamo sospeso rapporti di lavoro. Certo, a marzo avevamo chiesto ad alcuni dipendenti di darci una mano anche con mansioni diverse dalle loro».

Sulla base del bisogno delle case di riposo in questo momento, i posti di lavoro a rischio sarebbero mille. Ha fatto un calcolo Cesare Maffeis, direttore sanitario delle Rsa di Cene, Gromo, Gazzaniga, presidente e vice presidente di altre Rsa, tra cui Clusone, e presidente dell’Associazio­ne case di riposo della provincia di Bergamo. «Su 60 Rsa abbiamo avuto 2.000 decessi, quindi il 26-27% della popolazion­e ospite. I nostri indici dicono che dovremmo rinunciare al 20% della forza lavoro. In quasi tutte le strutture, i contratti a tempo determinat­o non sono stati rinnovati». I problemi economici pesano: «Diverse hanno sospeso i mutui per le ristruttur­azioni e acceso fidi bancari per pagare il personale. Le nostre entrate arrivano per il 60-70% dalle rette che pagano le famiglie. In media sono 1.800 euro, non credo possano aumentare, anche se il rischio c’è, è più facile che si debbano alleggerir­e i costi, cioè il personale che rappresent­a il 60-70% del totale».

L’approccio è tenere duro in attesa di direttive. Maffeis se le aspetta precise, per domani, anche se teme non arrivino sotto forma di un progetto per il futuro. «Il problema non è riempire i posti — fa presente —. Ci siamo sorpresi delle richieste, con tutto quello che è successo. Per esempio, a Clusone 25 persone chiamate sono state immediatam­ente disponibil­i. Andranno scaglionat­e. Bisognedif­ficoltà rà sottoporle al tampone. Perché non prevedere un canale veloce? Inoltre, devo riempire tutti i posti o devo tenerne un certo numero liberi, separati, nel caso di un ritorno dell’epidemia? La Regione sta prevedendo delle strutture già attrezzate dove si possa trasferire un ospite che si ammala? C’è un piano pandemico?».

La Cisl lancia l’allarme sui bisogni delle famiglie che devono rientrare al lavoro, sulle

economiche delle Rsa e, di conseguenz­a, sul rischio aumento delle rette. «Le Rsa sono in “crisi di astinenza” da ricoveri — interviene Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia —. Dopo la tragedia di marzo, che ne ha dimezzato l’utenza per colpa di una scellerata delibera regionale, ora fondazioni e società di gestione si stanno contendend­o i “clienti”: da Regione Lombardia siamo ancora in attesa della delibera su protocolli e misure di sicurezza per riaprire i cancelli delle Rsa e questo si ripercuote sulla serenità del personale e sulle famiglie».

Fidi con le banche Le case di riposo li hanno chiesti per pagare il personale. Hanno bloccato i mutui

 ??  ?? Incontri Una visita (a distanza di sicurezza) dei parenti a un’ospite della Fondazione Marti no Zanchi di Alzano (dalla pagina Facebook)
Incontri Una visita (a distanza di sicurezza) dei parenti a un’ospite della Fondazione Marti no Zanchi di Alzano (dalla pagina Facebook)

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