Corriere della Sera (Bergamo)

Dai quarti partite secche a Lisbona

Dai quarti partite secche giocate tutte a Lisbona Il dolce ricordo e l’incognita

- di Andrea Losapio

La Uefa dovrebbe aver deciso — l’ufficialit­à è attesa per il 17 giugno, quando si svolgerà un meeting per diramare le linee guida di campionati e coppe internazio­nali —: niente finale di Champions League a Istanbul, perché la capitale turca sarebbe troppo a rischio. Quindi dirottamen­to dell’ultimo atto a Lisbona, a partire dai quarti e non dalle semifinali, in una sorta di mini torneo, una final eight del tutto inedita nella storia recente del massimo trofeo internazio­nale. In due settimane, da Ferragosto in poi, verranno giocate tutte le sette partite — non ci sarà andata e ritorno per quarti e semifinali — che mancano a concludere la competizio­ne. Non è da escludere che in realtà si giochi in otto-nove giorni, partendo quindi intorno al 13 di agosto per arrivare al 22 (sabato sera) con la finalissim­a.

Perché proprio in Portogallo? L’altra candidatur­a forte era quella di Francofort­e, ma con il Bayern Monaco ancora in corsa ci sarebbe stato il rischio di favoritism­o verso i tedeschi. Niente «Road to Istanbul», dunque, ma una sorta di Europeo di grande fascino a Lisbona, città che ha dei ricordi agrodolci per l’Atalanta. Due le gare da ricordare, entrambe contro lo Sporting. Con i biancoverd­i c’è la prima eliminazio­ne nel 1963-64, in Coppa delle Coppe, dove i nerazzurri erano arrivati grazie alla vittoria della Coppa Italia della stagione precedente, con tripletta di Domenghini contro il Torino in finale. L’andata termina 2-0, a Bergamo, un vantaggio rassicuran­te. Il ritorno però vede un infortunio del portiere titolare

Pizzaballa e, senza sostituzio­ni, a difendere la porta ci va l’italoargen­tino Calvanese, che fa quel che può. Il risultato è 3-1, dopo i supplement­ari, stavolta per lo Sporting di Lisbona, ma non vige ancora la regola del gol in trasferta che vale doppio. Dunque nello spareggio decisivo i portoghesi vincono ancora, eliminando i bergamasch­i.

L’Atalanta però si fa un regalo nell’altra Coppa delle Coppe, quella magica con Mondonico, Cantarutti e Nicolini. Perché nel marzo del 1988 c’è una notte da ricordare, quella che porta gli atalantini — allora impegnati nella Serie B, ma in Europa grazie alla finale di Coppa Italia persa l’anno prima contro il Napoli — direttamen­te a Malines per le semifinali. L’immagine perfetta è però quella di Cantarutti che, a dieci minuti dalla fine, salta netto il portiere e insacca a porta vuota, esultando con i pugni alzati. Sarebbe probabilme­nte troppo chiedere una replica in un sabato di agosto, ma sognare non costa nulla. Anche perché nella storia della Champions ci sono stati Davide che hanno battuto Golia. La Steaua Bucarest o la Stella Rossa, il Porto di José Mourinho nel 2004, il Chelsea di Di Matteo nel 2012. Oppure il Borussia Dortmund del 2013, l’Atletico del 2014, il Tottenham nel 2020, tutte arrivate a un passo dalla coppa. E l’Atalanta ha già dimostrato di poter sorprender­e.

Ma c’è anche il campionato: sono stati ufficializ­zati playout e playoff in caso di secondo stop del campionato, oppure l’utilizzo di un algoritmo se sarà necessario cristalliz­zare le posizioni. Nella speranza che non ci sia bisogno di ricorrere né agli uni né agli altri.

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Il gol di Bale per il Real Madrid nella finalissim­a di Champions disputata all’Estadio da Luz di Lisbona nel 2014 e finita con la vittoria dei blancos sull’Atletico Madrid per 4-1
Derby Il gol di Bale per il Real Madrid nella finalissim­a di Champions disputata all’Estadio da Luz di Lisbona nel 2014 e finita con la vittoria dei blancos sull’Atletico Madrid per 4-1

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