Diamanti, sei indagati
L’avvocato: non c’entravano con le strategie bancarie
Direttori di filiali del Banco Bpm, ex Credito Bergamasco, e anche funzionari allo sportello: sono sei i bergamaschi indagati a Milano sulla vicenda dei diamanti-truffa.
Il manager, i direttori di filiale, il funzionario, un agente di vendita. Sono sei gli indagati bergamaschi nell’inchiesta della Procura di Milano sui diamanti-truffa venduti da due società, la International Diamond Business e la Diamond Private Investment, ai clienti di più banche, inclusi molti correntisti e risparmiatori dell’ex Credito Bergamasco, oggi nel Banco Bpm. Le indagini non includono tutti i casi, più di un migliaio, denunciati invece dagli stessi utenti alle associazioni di consumatori di Bergamo: c’è chi ha mediato e transato, non tutte le singole situazioni sono state denunciate, quindi il quadro penale del presunto scandalo è parziale. Gli indagati sono 87, oltre alle società venditrici Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment, e Banco Bpm, Monte dei Paschi, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banca Aletti. L’imputazione principale, per bancari di vario livello e per i dirigenti delle società che vendevano, è di truffa aggravata in concorso. Le banche, secondo la Procura, avevano favorito la vendita dei diamanti e fornito informazioni fuorvianti ai clienti stessi. La Idb, invece, avrebbe nascosto dati fondamentali sul valore reale dei preziosi venduti.
In questo contesto, a Bergamo il primo capo d’accusa dei pm milanesi riguarda anche Livio Merelli, direttore dell’ex agenzia numero 11 del Credito Bergamasco in città, di via Baioni. E con lui il funzionario Giuseppe Rotella. Nella stessa posizione, come funzionaria dell’agenzia di Grassobbio, c’è Silvia Deleidi. Stessa iscrizione, sempre per truffa, per Domenico Battistella, vice direttore della filiale del Monte dei
Paschi di Azzano San Paolo. Quasi tutte le difese evitano commenti, tranne Michele Olivati, per Silvia Deleidi: «Siamo di fronte a un capo d’accusa curioso, che va dai massimi dirigenti degli istituti di credito ai funzionari allo sportello, come la mia assistita. Non si tratta di una figura che poteva decidere chissà quali strategie bancarie. La nostra linea difensiva è chiara: non è mai stato nascosto nulla a nessun cliente».
Tra gli indagati ci sono anche Giovanni Lucchini, agente della Idb, e un manager di livello: Franco Dentella, di Bergamo, per Banca Aletti, un tempo autonoma, ora nel gruppo Banco Bpm: era responsabile della Funzione primaria risorse e aveva firmato una circolare del 2004 proprio sugli accordi con Idb. Anche lui secondo i pubblici ministeri, come molti altri manager sotto inchiesta, era stato «costantemente informato dall’ad della International Claudio Giacobazzi (morto suicida, ndr) dell’andamento delle vendite di diamanti effettuate nelle varie aree della banca». Tra gli altri indagati principali ci sono anche Maurizio Faroni, bresciano, già ad di Aletti e poi direttore generale di Banco Bpm fino a maggio 2019, ma anche Pietro Gaspardo, responsabile Pianificazione e Marketing anche lui fino a un anno fa: ha ottenuto dal tribunale del Lavoro di Milano l’annullamento del licenziamento.
L’accusa unica «Truffa in concorso», dai massimi dirigenti fino ai dipendenti allo sportello