Trasferimento negato al neo papà pompiere Ma lui vince al Tar
Un posto fisso, nei vigili del fuoco. Con un unico problema: a Bergamo, pochi mesi dopo essere diventato papà, a Trapani. Il pompiere in questione chiede il trasferimento temporaneo in Sicilia, per aiutare la moglie con la bimba, ma il ministero dell’Interno glielo nega. Lui ricorre al Tribunale amministrativo e vince il primo round. Nel senso che per il Tar la pratica va riesaminata. Il ministero si appella alla legge sui congedi che non può essere estesa ai dipendenti pubblici. Non per il Tar, anche se sul punto la giustizia amministrativa è controversa. In un secondo momento il ministero richiama anche gli organici: «Il Comando di Bergamo risulta in carenza di personale e la richiesta, in assenza di contestuale sostituzione nella posizione lavorativa, determinerebbe una serie ripercussioni sul servizio». Ma il Tar ritiene che «il provvedimento impugnato non abbia individuato esigenze eccezionali ostative al trasferimento temporaneo del ricorrente, essendosi limitato a dedurre, peraltro in modo del tutto generico e non documentato, l’esistenza di una presunta “carenza di personale” presso la sede di Bergamo». Morale: il ministero riprenderà in considerazione la richiesta del vigile del fuoco. Ma sia chiaro, è il diktat dei giudici amministrativi, un altro no non può basarsi su un generico problema di organico ma dovrebbe evidenziare «sulla base di elementi concreti e documentati, l’effettiva infungibilità del ricorrente presso la sede di appartenenza». Dettaglio, ma non troppo: la bambina nasce a gennaio, l’assunzione è di maggio, la richiesta di trasferimento risale a settembre. Di due anni fa.