Il nuovo vicario in questura è una donna «Città provata, porto la mia esperienza»
Delia Bucarelli è il nuovo vicario della questura. È la prima donna a ricoprire il ruolo a Bergamo, prendendo il posto di Edgardo Giobbi, promosso dirigente superiore e assegnato all’ufficio centrale ispettivo di Roma.
«Auspicavo di venire in questa città — esordisce Bucarelli —, la questura è di prima fascia, la provincia offre molti spunti per un’esperienza professionale significativa». Il vice questore vicario è arrivato a Bergamo venerdì scorso: «So che il territorio è stato gravemente colpito — commenta, riferendosi all’emergenza coronavirus —, ma ho visto una gran voglia di ricominciare. Sento mio questo momento critico, sono un’entusiasta, spero che la mia energia traini i colleghi provati da mesi difficili, per trasmettere positività anche alla cittadinanza». La prima dirigente, 52 anni, porta con sé una forte esperienza maturata a Genova dove, nel 1991, appena concluso il percorso di studi all’istituto superiore di Polizia, era stata assegnata all’incarico di funzionario di turno alle volanti.
È stata, poi, vicedirigente nella divisione amministrativa e sociale, ha diretto i commissariati di Foce, Prè, Cornigliano e Centro, si è occupata di microcriminalità e immigrazione. Dal 2018, invece, era capo di gabinetto nel capoluogo ligure.
«Genova mi ha adottata — dice, sottolineando però le origini napoletane — è una città complessa». Il crollo del Ponte Morandi è un ricordo indelebile: «Mi vengono ancora i brividi — spiega —, sono stata al ponte solo un mese dopo il crollo, per un sopralluogo di lavoro. C’era un’alea di pericolo scampato che ha stretto la cittadinanza intorno alle famiglie delle vittime».
Con il questore di Bergamo, Maurizio Auriemma, oltre la stima professionale, c’è un legame d’amicizia: «Ci conosciamo da anni — commenta Auriemma —, sarà un punto di riferimento per la questura, so che svolgerà al meglio il suo compito». «Lavorare con Auriemma sarà molto formativo –—risponde Bucarelli — sarà un grande maestro, per me è un onore».