Regione: ok a nuovi ingressi Ma l’Ats dà l’altolà alle Rsa
«Dall’obbligo della quarantena per i nuovi ospiti alle camere per gli isolamenti: servono linee guida»
Inserimento degli anziani nelle case di riposo, l’Ats fischia il fermi tutti. A 48 ore dalla delibera regionale che autorizzava le Rsa a riaprire gli ingressi, ieri è stato dato un nuovo alt agli operatori del sistema socio assistenziale bergamasco. Un time-out sollecitato da molte case di riposo in attesa di avere le idee chiare sulla delibera. Le Rsa sono tra le strutture più colpite dal Covid-19 con oltre 2 mila decessi, circa un terzo degli ospiti e durante l’epidemia più volte hanno denunciato di essere state lasciate sole ricevendo spesso indicazioni confuse. Dall’8 marzo poi la Regione ha vietato i nuovi inserimenti. Così neanche il tempo di uscire dall’emergenza che le Rsa si sono trovate a fronteggiare una grave crisi economica: molte strutture sono già ricorse alla cassa integrazione mentre si fa più concreto il rischio di dissesto.
Dall’altra parte crescono le richieste del territorio e le liste d’attesa. Molte famiglie non riescono più ad assistere i loro anziani e chiedono aiuto ai comuni. Per questo la delibera regionale era molto attesa. «L’abbiamo sollecitata in ogni modo — dice Cesare Maffeis, presidente dell’Associazione case di riposo bergamasche —, sono almeno tre settimane che l’aspettavamo, per poi scoprire che nessuno di noi è in grado di trarne indicazioni operative».
Uno dei punti più controversi riguarda la sorveglianza domiciliare di ogni nuovo ospite. Prima di entrare in casa di riposo, l’anziano dovrà fare una quarantena di 15 giorni a casa. Il controllo però spetterebbe alla Rsa. Una procedura difficilmente realizzabile e così molte case di riposo hanno già deciso di far effettuare una seconda quarantena interna al nuovo ospite. «Questo problema — dice Maffeis — è solo la punta dell’iceberg. Chi ha scritto la delibera non è mai stato in una casa di riposo evidentemente. Le nostre strutture sono allo stremo e ci aspettavamo indicazioni pragmatiche. Il tempo stringe e migliaia di persone rischiano il posto di lavoro mentre le famiglie soffrono». Più ottimista Augusto Baruffi della Fondazione Anni Sereni di Treviglio anche se è convinto che i tempi non saranno brevi. «Le strutture più grandi
— dice — possono riuscire a organizzarsi. Ma vedo difficile che si riesca a ottenere un nuovo ingresso prima di metà luglio». Molti dubbi anche alla Fondazione Vaglietti di Cologno. «Stiamo cercando di capirci qualcosa — dice il presidente Maurizio Cansone —, non è facile. Oltre alla sorveglianza
Strutture per anziani «Nessuno di noi sa trarre indicazioni operative dalla delibera della Regione»
domiciliare siamo perplessi sull’obbligo di riservare una camera per un eventuale isolamento in ogni nucleo della Rsa. Per noi vorrebbe dire perdere il 10% dei posti costringendoci a reinventare l’equilibrio economico della struttura. Mancano linee guida condivise e il rischio è che ognuno vada per la sua strada». Un timore sentito anche in Ats che ha fissato per settimana prossima un incontro con le Rsa per valutare gli approfondimenti necessari. Nel frattempo ha chiesto a tutti di rimanere fermi.