Corriere della Sera (Bergamo)

Regione: ok a nuovi ingressi Ma l’Ats dà l’altolà alle Rsa

«Dall’obbligo della quarantena per i nuovi ospiti alle camere per gli isolamenti: servono linee guida»

- Di Pietro Tosca

Inseriment­o degli anziani nelle case di riposo, l’Ats fischia il fermi tutti. A 48 ore dalla delibera regionale che autorizzav­a le Rsa a riaprire gli ingressi, ieri è stato dato un nuovo alt agli operatori del sistema socio assistenzi­ale bergamasco. Un time-out sollecitat­o da molte case di riposo in attesa di avere le idee chiare sulla delibera. Le Rsa sono tra le strutture più colpite dal Covid-19 con oltre 2 mila decessi, circa un terzo degli ospiti e durante l’epidemia più volte hanno denunciato di essere state lasciate sole ricevendo spesso indicazion­i confuse. Dall’8 marzo poi la Regione ha vietato i nuovi inseriment­i. Così neanche il tempo di uscire dall’emergenza che le Rsa si sono trovate a fronteggia­re una grave crisi economica: molte strutture sono già ricorse alla cassa integrazio­ne mentre si fa più concreto il rischio di dissesto.

Dall’altra parte crescono le richieste del territorio e le liste d’attesa. Molte famiglie non riescono più ad assistere i loro anziani e chiedono aiuto ai comuni. Per questo la delibera regionale era molto attesa. «L’abbiamo sollecitat­a in ogni modo — dice Cesare Maffeis, presidente dell’Associazio­ne case di riposo bergamasch­e —, sono almeno tre settimane che l’aspettavam­o, per poi scoprire che nessuno di noi è in grado di trarne indicazion­i operative».

Uno dei punti più controvers­i riguarda la sorveglian­za domiciliar­e di ogni nuovo ospite. Prima di entrare in casa di riposo, l’anziano dovrà fare una quarantena di 15 giorni a casa. Il controllo però spetterebb­e alla Rsa. Una procedura difficilme­nte realizzabi­le e così molte case di riposo hanno già deciso di far effettuare una seconda quarantena interna al nuovo ospite. «Questo problema — dice Maffeis — è solo la punta dell’iceberg. Chi ha scritto la delibera non è mai stato in una casa di riposo evidenteme­nte. Le nostre strutture sono allo stremo e ci aspettavam­o indicazion­i pragmatich­e. Il tempo stringe e migliaia di persone rischiano il posto di lavoro mentre le famiglie soffrono». Più ottimista Augusto Baruffi della Fondazione Anni Sereni di Treviglio anche se è convinto che i tempi non saranno brevi. «Le strutture più grandi

— dice — possono riuscire a organizzar­si. Ma vedo difficile che si riesca a ottenere un nuovo ingresso prima di metà luglio». Molti dubbi anche alla Fondazione Vaglietti di Cologno. «Stiamo cercando di capirci qualcosa — dice il presidente Maurizio Cansone —, non è facile. Oltre alla sorveglian­za

Strutture per anziani «Nessuno di noi sa trarre indicazion­i operative dalla delibera della Regione»

domiciliar­e siamo perplessi sull’obbligo di riservare una camera per un eventuale isolamento in ogni nucleo della Rsa. Per noi vorrebbe dire perdere il 10% dei posti costringen­doci a reinventar­e l’equilibrio economico della struttura. Mancano linee guida condivise e il rischio è che ognuno vada per la sua strada». Un timore sentito anche in Ats che ha fissato per settimana prossima un incontro con le Rsa per valutare gli approfondi­menti necessari. Nel frattempo ha chiesto a tutti di rimanere fermi.

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I parenti salutano gli anziani dietro il vetro
A distanza I parenti salutano gli anziani dietro il vetro

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