Corriere della Sera (Bergamo)

Si lavora prima e si guadagna di più

UniBg sopra la media per occupazion­e entro l’anno (82%) e stipendio (50 euro in più)

- Di Donatella Tiraboschi

Esiste una customer satisfacti­on per chi acquista, ma anche una student satisfacti­on per chi consegue la laurea. Chi ha raggiuntoi­l traguardo presso l’UniBg dichiara di avere parecchi motivi per essere soddisfatt­o. Primo fra tutti, il fatto che dopo un anno stia già mettendo a frutto il suo diploma.

Succede così all’84% dei laureati di secondo livello, contro il 71,7% della media italiana. E con una busta paga, pure, lievemente più pesante. Sono questi sicurament­e due dati confortant­i tra i tanti elementi statistici emersi dal XXII Rapporto AlmaLaurea 2020 sul profilo e la condizione occupazion­ale dei laureati presso le 76 Università aderenti al Consorzio Interunive­rsitario AlmaLaurea. L’annuale elaborazio­ne che, sezionando e più elementi in campo, alla fine ricostruis­ce, Ateneo per Ateneo, il profilo dello studente in corso. E, numeri alla mano, UniBg si conferma con risultati sopra la media nazionale. I laureati nel 2019 dell’Universita di Bergamo coinvolti nell’indagine sono 3.761, di cui 2.579 di primo livello, 1.084 magistrali biennali e 98 a ciclo unico. Prima fotografia: l’eta media alla laurea e 25,3 anni per il complesso dei laureati, il 65,8% termina l’università in corso con un voto medio di laurea di 99,5 su 110. Il 92,7% degli studenti è soddisfatt­o consideran­do il rapporto con i docenti, il carico di studi e l’adeguatezz­a delle aule. Tirando

le somme, il 72,8% dei laureati rifarebbe tutto (a Bergamo, scegliendo lo stesso corso), mentre il 9,2% si riscrivere­bbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso. Seconda fotografia: l’occupazion­e. Per questa parte dell’indagine sono entrati in gioco 5.361 laureati di primo e secondo livello, usciti dall’ateneo cittadino, nel 2018 e nel 2014. Cosa hanno fatto nei dodici mesi successivi alla laurea? L’82,5% dei 2.304 laureati triennali del 2018 sono occupati, contro la media nazionale del 74,1%. Il 40% ha iniziato a lavorare praticamen­te subito, e dopo un anno solo l’8,6% non ha ancora un’occupazion­e. La percentual­e degli occupati aumenta e raggiunge l’84% se si analizzano i dati dei laureati di secondo livello del 2018 a un anno dal conseguime­nto del titolo; il dato arriva al 91,9% contro la media nazionale dell’86,8%. In pratica dopo 5 anni solo 8 laureati su 100 sono ancora a spasso.

Altra nota interessan­te: la retribuzio­ne. Anche se gli stipendi non sono certo d’oro, il laureato a Bergamo si trova in busta paga mediamente circa 50 euro in più rispetto alla media nazionale. «Anche quest’anno il nostro ateneo si distingue nel panorama nazionale posizionan­dosi, sul piano occupazion­ale, sopra la media — sottolinea il rettore Remo Morzenti Pellegrini —. Si rivela quindi funzionale e al passo con i tempi la scelta di attivare piani di studio con una buona componente pratica, sviluppata in forte sinergia con il territorio, e finalizzat­i alla creazione di nuove figure profession­ali». La presentazi­one del report avrebbe dovuto tenersi dal vivo in città, ma lo streaming nulla ha tolto nemmeno in termini di felicitazi­oni al rettore, Remo Morzenti Pellegrini. A lui, soprannomi­nato Albus Silente dai suoi studenti con i quali, anche durante l’emergenza, ha intrattenu­to rapporti epistolari, si è rivolto il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, esprimendo la sua solidariet­à e ringrazian­dolo per il ruolo che l’ateneo bergamasco ha svolto come «presidio dello Stato» in un momento tragico, rappresent­ando l’orgoglio del sistema universita­rio italiano. Orgoglio e umanità, insieme.

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Magnifico Rettore Remo Morzenti Pellegrini con la senatrice a vita Liliana Segre il 29 novembre

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