Corriere della Sera (Bergamo)

La scelta di Martina «Rinuncio alla laurea per tenere aperta l’edicola di papà»

Lodi, il padre morto ad aprile per coronaviru­s

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LODI Ha gli occhi tristi, Martina. Si scuote quando il discorso va su papà Luigi. Tutti le dicono che gli assomiglia. Luigi Engelmayer era l’edicolante del quartiere Fanfani. Aveva aperto dieci anni fa e ne era subito diventato il «cuore». Nella notte del 18 aprile il coronaviru­s se l’è portato via. «Quest’edicola era il suo sogno — racconta la figlia 22enne al secondo anno di Beni Culturali —, ho deciso di accantonar­e il mio per continuare il suo». Due mesi dopo la morte del padre Martina ha rialzato la saracinesc­a. «Ce lo hanno chiesto i suoi amici, i suoi conoscenti, tutto il quartiere: aveva lottato tanto per aprire questo negozio e si era fatto voler bene da tutti».

L’edicola degli Engelmayer si trova in via Lodivecchi­o. Non lontano dal centro di Lodi, di fianco alla chiesa di Santa Madre Cabrini. Alla domenica mattina, dopo la messa, davanti all’edicola «del signor Luigi» si crea una procession­e di gente che va a comprare il giornale. «Chi aveva tempo solo per il quotidiano, chi cercava le figurine per il figlio, chi ne approfitta­va per star dentro a fare due chiacchier­e: papà aveva una parola per tutti». Luigi Engelmayer, nome di provenienz­a austriaca ma lodigiano da generazion­i, in origine faceva l’operaio ma aveva il sogno di aprire un’edicola tutta sua. «Lavorava e metteva via i soldi — racconta Martina —: dieci anni fa è riuscito a investire quanto guadagnato in questo negozio. Era il suo orgoglio, amava il suo lavoro e il quartiere lo ricambiava». Nella famiglia Engelmayer

tutto è cambiato in un giorno di inizio marzo. Prima il ricovero a Lodi per un problema di salute, poi la scoperta di aver contratto il Covid-19. Luigi è morto 40 giorni dopo all’ospedale Maggiore. «Da allora il quartiere ha fatto a gara a farci sentire la sua vicinanza. Tantissimi ci hanno scritto, e ora vengono a trovarci per raccontare un aneddoto su papà, per farci capire che gli volevano bene. Ecco perché non posso lasciare questo posto chiuso. Lo manderò avanti io e poi si vedrà». Martina Engelmayer è iscritta alla Statale di Milano e studia Scienze dei Beni Culturali. Per il momento ha messo il corso di laurea in un cassetto. Si sveglia alle 6 e va in edicola ad aspettare la consegna dei giornali. Poi alle 7 apre il negozio. Esattament­e come faceva suo papà. Proiettata in un lampo dalla vita dell’universita­ria a quella di edicolante in un settore difficile: «Ma non sono sola. Mia mamma e mia sorella mi aiutano. Spero solo che papà sia orgoglioso. In questo momento ho in mente soltanto l’edicola, in futuro deciderò se riprendere l’università o dedicarmi interament­e al negozio». I sogni, almeno per un po’, possono attendere.

❞ L’attività Questo negozio era il sogno della sua vita

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Martina Engelmayer, 22 anni, dietro il banco dell’edicola di via Lodivecchi­o. Martina, che studiava Scienze dei Beni Culturali, ha interrotto il corso di laurea per dedicarsi all’edicola (foto Ribolini)
Erede Martina Engelmayer, 22 anni, dietro il banco dell’edicola di via Lodivecchi­o. Martina, che studiava Scienze dei Beni Culturali, ha interrotto il corso di laurea per dedicarsi all’edicola (foto Ribolini)

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