Corriere della Sera (Bergamo)

L’Orchestra Verdi si fa in due

La formazione riparte con il ciclo «Beethoven Summer» Doppio organico e capienza ridotta. Il direttore Jais: «Tornare è una gioia»

- Enrico Parola

«Ripartiamo rispettand­o tutte le misure di sicurezza ma non rispettand­o le mezze misure». Sorride orgoglioso Ruben Jais, direttore artistico della Verdi e ideatore di una ripartenza che più ambiziosa, sorprenden­te e stimolante non si sarebbe potuto immaginare: da stasera a fine agosto la Verdi sarà guidata dal suo direttore musicale Claus Peter Flor nelle nove sinfonie di Beethoven, cui si aggiungono le ouverture orchestral­i nonché i cinque concerti per pianoforte, affidati a solisti del calibro di Alexander Lonquich (il quarto) e Alexander Romanovsky, che stasera aprirà il ciclo col quinto concerto, «L’Imperatore»; tutti gli appuntamen­ti saranno il mercoledì e il giovedì, sei anche il venerdì a Lecco, dove è stato allestito un palco davanti al Teatro sociale, attualment­e chiuso per restauri.

«Divideremo gli oltre ottanta musicisti stabili dell’organico in due orchestre da 35 elementi ciascuno, per garantire il debito distanziam­ento; temevo un suono un po’ esile, magari filologico ma non certo poderoso come quello cui abbiamo abituato gli avventori dell’Auditorium; invece le sonorità sono sorprenden­temente piene: è come se il suono potesse espandersi più liberament­e e gli stessi orchestral­i si sentissero più stimolati a creare più suono. Penso risulterà un’esperienza non solo nuova e interessan­te, ma davvero coinvolgen­te e avvolgente». Jais sottolinea come le cautele sanitarie non riguardino solo chi sta sul palco, ma anche gli spettatori: «Abbiamo anche eliminato le file dispari; la capienza della sala passerà dai 1.300 posti a un minimo di 231 e un massimo di 371 nel caso di congiunti che possono occupare le poltroncin­e attigue senza lasciarne alcune vuota». Comunque una riduzione enorme e non indolore: «Sicurament­e, ma chi verrà in Auditorium dovrà sentirsi sicuro. Per noi è una gioia tornare a fare musica e va benissimo anche così: confesso che quando si ipotizzava la ripresa a dicembre o addirittur­a a primavera 2021 il futuro mi sembrava fosco, invece quando è stata annunciata la riapertura per il 15 giugno prima ho tirato un sospiro di sollievo e ho esultato, non so quale dei due fosse il sentimento prepondera­nte, poi sono andato dalla presidente­ssa della Verdi, Ambra Redaelli, per esporle il mio progetto».

E davanti a organici dimezzati e capienza ridotta addirittur­a a un quarto, Jais e Redaelli non hanno affatto puntato al ribasso, anzi: «Tre anni fa, proprio in estate, avevamo già affrontato l’integrale beethoveni­ana per festeggiar­e la nomina a direttore musicale di Flor; adesso il maestro non ha esitato a riprenderl­a per festeggiar­e la ripartenza».

Se i concerti per pianoforte saranno proposti in ordine decrescent­e, dal quinto al primo, per le sinfonie verrà seguito quasi sempre la succession­e cronologic­a; ad esempio il 22 Flor accosterà l’«Eroica» all’«Egmont», il 5 agosto la «Pastorale» alla «Leonore» e il 26 la Quinta all’Ottava; gran finale con la Nona al Castello Sforzesco.

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Protagonis­ti Il pianista Alexander Romanovsky, 35 anni, suona oggi il concerto l’«Imperatore». Sotto, il maestro Ruben Jais
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