L’Orchestra Verdi si fa in due
La formazione riparte con il ciclo «Beethoven Summer» Doppio organico e capienza ridotta. Il direttore Jais: «Tornare è una gioia»
«Ripartiamo rispettando tutte le misure di sicurezza ma non rispettando le mezze misure». Sorride orgoglioso Ruben Jais, direttore artistico della Verdi e ideatore di una ripartenza che più ambiziosa, sorprendente e stimolante non si sarebbe potuto immaginare: da stasera a fine agosto la Verdi sarà guidata dal suo direttore musicale Claus Peter Flor nelle nove sinfonie di Beethoven, cui si aggiungono le ouverture orchestrali nonché i cinque concerti per pianoforte, affidati a solisti del calibro di Alexander Lonquich (il quarto) e Alexander Romanovsky, che stasera aprirà il ciclo col quinto concerto, «L’Imperatore»; tutti gli appuntamenti saranno il mercoledì e il giovedì, sei anche il venerdì a Lecco, dove è stato allestito un palco davanti al Teatro sociale, attualmente chiuso per restauri.
«Divideremo gli oltre ottanta musicisti stabili dell’organico in due orchestre da 35 elementi ciascuno, per garantire il debito distanziamento; temevo un suono un po’ esile, magari filologico ma non certo poderoso come quello cui abbiamo abituato gli avventori dell’Auditorium; invece le sonorità sono sorprendentemente piene: è come se il suono potesse espandersi più liberamente e gli stessi orchestrali si sentissero più stimolati a creare più suono. Penso risulterà un’esperienza non solo nuova e interessante, ma davvero coinvolgente e avvolgente». Jais sottolinea come le cautele sanitarie non riguardino solo chi sta sul palco, ma anche gli spettatori: «Abbiamo anche eliminato le file dispari; la capienza della sala passerà dai 1.300 posti a un minimo di 231 e un massimo di 371 nel caso di congiunti che possono occupare le poltroncine attigue senza lasciarne alcune vuota». Comunque una riduzione enorme e non indolore: «Sicuramente, ma chi verrà in Auditorium dovrà sentirsi sicuro. Per noi è una gioia tornare a fare musica e va benissimo anche così: confesso che quando si ipotizzava la ripresa a dicembre o addirittura a primavera 2021 il futuro mi sembrava fosco, invece quando è stata annunciata la riapertura per il 15 giugno prima ho tirato un sospiro di sollievo e ho esultato, non so quale dei due fosse il sentimento preponderante, poi sono andato dalla presidentessa della Verdi, Ambra Redaelli, per esporle il mio progetto».
E davanti a organici dimezzati e capienza ridotta addirittura a un quarto, Jais e Redaelli non hanno affatto puntato al ribasso, anzi: «Tre anni fa, proprio in estate, avevamo già affrontato l’integrale beethoveniana per festeggiare la nomina a direttore musicale di Flor; adesso il maestro non ha esitato a riprenderla per festeggiare la ripartenza».
Se i concerti per pianoforte saranno proposti in ordine decrescente, dal quinto al primo, per le sinfonie verrà seguito quasi sempre la successione cronologica; ad esempio il 22 Flor accosterà l’«Eroica» all’«Egmont», il 5 agosto la «Pastorale» alla «Leonore» e il 26 la Quinta all’Ottava; gran finale con la Nona al Castello Sforzesco.