Medici-Ats, guerra continua
L’Ordine: agenzia poco operativa in vista dell’autunno. Giupponi (per ora) sceglie il silenzio
Campagna antinfluenzale in anticipo per evitare confusione, dati più puntuali e precisi sui tamponi, mascherine di riserva, accordi con i sindaci: l’Ordine dei medici avanza le sue proposte in vista di un ritorno epidemico in autunno, ma lancia anche un altro affondo contro l’Ats. «Molti gruppi di lavoro, ma non servono, manca operatività». L’Agenzia, al momento, resta in silenzio.
Tanti gruppi di lavoro, molti acronimi per altrettante strutture organizzative, ma «poca concretezza»: sono i contenuti dell’ultimo e definitivo affondo dell’Ordine dei medici nei confronti dell’Agenzia di tutela della salute di Bergamo.
Il rapporto tra i due fronti non è mai stato idilliaco durante l’emergenza coronavirus, anzi, ma ora la pazienza dalle parti dell’Ordine e dei sindacati della medicina di territorio, sembra finita completamente, in particolare dopo il mancato rinnovo dell’incarico a Roberto Moretti, responsabile del dipartimento Cure primarie. I medici hanno comunicato l’abbandono dei tavoli Ats in vista di un eventuale ritorno epidemico in autunno, definiscono una «Caporetto» la gestione dell’emergenza.
Il tutto in un clima che non sembra serenissimo all’interno dell’Agenzia stessa, non solo per il mancato rinnovo a Moretti. Alle condizioni di salute di Pietro Imbrogno, ex responsabile del dipartimento di Prevenzione, si sarebbero sommate, infatti, anche criticità relative proprio alla gestione dell’epidemia, che l’hanno portato a rimettere l’incarico. In generale gli esperti di prevenzione lamentano che a livello lombardo proprio quei dipartimenti, che avrebbero compiti specifici in caso di infezioni diffuse, sono stati pesantemente esclusi. E da ieri, tornando al caso Bergamo, circolano anche voci di qualche frizione con il dipartimento «Autorizzazione, accreditamento e controlli» di Ats, che si occupa di verifiche sulle strutture private. Ma la responsabile, Andreina Pangallo, sentita direttamente, ha smentito le voci di dimissioni.
Questo il contesto in cui l’Ordine ha reso pubbliche ieri una serie di proposte organizzative proprio in vista dell’autunno. «Tra le priorità la programmazione della vaccinazione antinfluenzale a partire già dal mese di ottobre, per ridurre episodi febbrili e sospetti diagnostici, evitando anche inutili quarantene, atpiena traverso l’individuazione di tempi e spazi idonei in collaborazione con i Comuni, impiegando i medici di famiglia, i pediatri le strutture di Ats e delle Asst». Necessaria, inoltra, «la riorganizzazione del confuso sistema informatico di richiesta dei tamponi e di trasmissione delle relative risposte, per evitare le lungaggini e i disguidi in questi mesi». Così come serve una «ottimizzazione delle procedure di tracciamento e isolamento di casi e contatti, aggiungendo, all’impegno dei medici di famiglia, l’intervento rapido del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria», con l’aggiunta di uno «stoccaggio di riserva di dispositivi di protezione individuale per la fornitura immediata ai medici e agli altri operatori sanitari del territorio».
Da parte dei medici «c’è la disponibilità a collaborare, segnalando però che le attività e proposte indicate sono di specifica competenza dei dipartimenti dell’Ats e possono essere sviluppate solo con la piena funzionalità dei servizi e dei diversi livelli di responsabilità dell’Agenzia. In mancanza di questi, come si sta verificando in questa fase, i tavoli di condivisione di Ats hanno un significato meramente formale, senza una reale capacità operativa».
L’appello è rivolto alla Regione e ai sindaci, perché «intervengano a sanare le criticità segnalate e consentire la ripresa di una adeguata capacità organizzativa». A contorno della nota ufficiale il presidente dell’Ordine Guido Marinoni, aggiunge un esempio: «Se dobbiamo scegliere una palestra in cui fare i vaccini in anticipo, non credo ci sia bisogno di tavoli o gruppi di lavoro con 50 persone». Poi aggiunge: «Siamo profondamente preoccupati per la situazione venutasi a creare nell’Ats di Bergamo, dove la revoca a Moretti, che aveva la stima dei medici per la sua qualificata attività, ha fatto seguito alla dimissioni di Imbrogno. In questi mesi non c’è stata, da parte della direzione strategica Ats, una volontà di collaborazione, né di vicinanza nemmeno formale, alla categoria dei medici, colpita da gravissimi lutti nell’adempimento del proprio dovere. La progettualità espressa oggi da Ats, sulla base di affollati gruppi di lavoro, ricompresi negli acronimi Ugorotec o Agorete (Unità di governo delle reti territoriali Covid e Alleanza per il governo delle reti territoriali, ndr), è priva di reale capacità operativa. E non può essere diversamente se vengono meno gli adeguati riferimenti di responsabilità tecnica nella struttura aziendale. Auspichiamo quindi un cambiamento immediato».
L’Agenzia di tutela della salute e il direttore generale Massimo Giupponi, contattati ieri con la richiesta esplicita di replicare all’affondo dell’Ordine dei medici, hanno evitato qualsiasi commento. È possibile che una risposta venga pubblicata oggi o nei prossimi giorni.