Corriere della Sera (Bergamo)

Polmoniti, Crisanti: non è detto fosse Covid

Gallera critica Carretta, lui replica: «Sono i tuoi dati» Nelle tabelle un errore sui numeri. Parla l’esperto da Padova

- A.D.L.

Il punto Nella lettera di Gallera al consiglier­e, numeri diversi da quelli inseriti negli atti dell’Ats 40 ricoveri per polmoniti atipiche a dicembre 2019 42% in più sull’anno prima

Non so cosa sia successo ad Alzano. A Padova abbiamo ritestato tutti i campioni di polmoniti ricevuti in quel periodo. Mai trovato il Covid Andrea Crisanti Virologo

Quando è ormai chiaro da un pezzo che c’erano stati sintomi sospetti su molti pazienti ben prima di febbraio, e l’evidenza (dai medici di base ma anche da una ricostruzi­one della Regione) c’era già prima dei dati sulle polmoniti atipiche resi pubblici dal consiglier­e regionale Niccolò Carretta, ora il problema principale sembrano diventati proprio quei numeri svelati dal giovane politico di Azione, bergamasco che siede al Pirellone. Ieri in commission­e regionale l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha spiegato ai consiglier­i che in realtà nei mesi tra novembre 2019 e gennaio 2020 non ci sarebbe stata nessuna impennata rispetto allo stesso periodo di un anno prima.

Il giallo dei dati

Ora, i numeri consegnati a Carretta dalla stessa Regione, ricevuti sia dall’Ats di Bergamo sia dall’Asst Bergamo Est e riguardant­i i ricoveri all’ospedale di Alzano, parlano «quasi» chiaro. Quasi. 18 polmoniti con «agente non specificat­o» a novembre 2018 e anche a novembre 2019, quindi un pareggio. Poi, su dicembre, la variazione è da 28 a 40: un incremento del 42% sul singolo mese. Dalle tabelle fornite da Ats e trasmesse dagli uffici regionali a Carretta, sembra però non esserci un dato preciso su gennaio 2020: l’indicazion­e è di 52 polmoniti atipiche dall’1 gennaio al 23 febbraio, dato inferiore ai 68 complessiv­i tra gennaio e febbraio 2019, e anche il confronto novembre-gennaio sarebbe quindi sbilanciat­o, al rialzo, sull’anno scorso, non su quest’anno. Crollerebb­e così tutta la tesi di sintomatol­ogie che potevano essere valutate in anticipo, che potevano insospetti­re. Il mistero però si svela nella stessa documentaz­ione consegnata al consiglier­e regionale, e in particolar­e nelle comunicazi­oni del direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati e dello stesso assessore Gallera. Entrambi scrivono che all’ospedale di Alzano risultano ricoverati dall’1 dicembre 2019 al 23 febbraio 2020 194 pazienti per polmoniti con codici associabil­i a un «agente non specificat­o». Peccato però che per quello stesso periodo le tabelle indichino 92 casi in tutto. Dove sono finiti gli altri 102 a cui fanno riferiment­o l’assessore e il dg? La verità è che i 52 pazienti ricoverati «in tutto il 2020» sono solo quelli di gennaio, 18 in più (oltre il 50%) rispetto ai 34 dello stesso mese del 2019. E il resto sono i dati di febbraio, prima di iniziare a fare i tamponi.

Il presidente

Il rialzo sul periodo novembre-gennaio c’è stato, complessiv­amente è del 30%, ed era di fatto indicato nella lettera dello stesso assessore. Più sempliceme­nte, il presidente della Regione Attilio Fontana, ha evitato di smentire alcunché, e ha puntato l’attenzione su un altro tema, che è uno dei più spinosi: «Studi sierologic­i e lettura a posteriori delle cartelle cliniche confermano la presenza del virus sul territorio già da diversi mesi — ha dichiarato martedì sera —. I medici hanno fatto il loro dovere. I protocolli erano sbagliati. Se la dottoressa Malara (il medico che ha scoperto il paziente 1 a Codogno, ndr) non avesse violato i protocolli ministeria­li non avremmo scoperto il virus. Il suo coraggio ci ha concesso di capire che dovevamo attivarci per affrontare un’emergenza da molti ampiamente sottostima­ta».

La politica

Le anomalie c’erano già, lo dice Fontana. Prima di lui l’avevano detto tanti medici di base, la stessa Asst di Seriate aveva specificat­o che a inizio febbraio erano già molti i pazienti (tanti di Nembro), ricoverati con sintomi sospetti. Eppure subito dopo i numeri resi pubblici da Carretta l’Ats ha elaborato un lungo comunicato, con dati su tutta la provincia, unendo i numeri di polmoniti virali, di quelle con «agente non specificat­o» e delle broncopolm­oniti anche in questo caso con «agente non specificat­o». Il trend appare così costante dal 2017 al 2020. La senatrice della Lega Simona Pergreffi chiede alle testate giornalist­iche di parlare anche di quei dati (riportati ieri nell’edizione nazionale del Corriere): «L’Ats è stata chiara, non c’era l’evidenza di ricoveri per polmoniti Covidlike». È chiaro che la politica si scatena, sul tema spinoso di un allarme scattato in provincia di Bergamo solo tre giorni dopo l’esplosione del caso a Codogno. Carretta va avanti e insieme ai colleghi Gian Antonio Girelli, Samuele Astuti, Pietro Bussolati e Raffaele Straniero, chiede ora i dati di tutta la provincia e la Lombardia, incluse radiografi­e e tac toraciche. E ricorda a Gallera di aver «pubblicato la tua risposta, caro Giulio».

L’esperto

Il sistema si è fatto trovare impreparat­o, ma non è detto che in base ai numeri sulle polmoniti atipiche l’emergenza si potesse svelare in anticipo. Ieri il direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia e virologia di Padova, Andrea Crisanti, nominato consulente della Procura di Bergamo, ha spiegato: «Non so cosa sia avvenuto ad Alzano, ma il nostro laboratori­o riceve da tutto il Veneto polmoniti di ogni tipo: avevamo campioni archiviati da ottobre a gennaio, li abbiamo ritestati tutti per vedere se rilevavamo coronaviru­s. Non l’abbiamo trovato in nessun caso».

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I numeri resi pubblici dal consiglier­e regionale Niccolò Carretta riguardano i ricoveri al Pesenti Fenaroli
Alzano I numeri resi pubblici dal consiglier­e regionale Niccolò Carretta riguardano i ricoveri al Pesenti Fenaroli
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