Corriere della Sera (Bergamo)

In cima al residenzia­le ci sono 2 aste per 6,5 milioni. In fondo, un garage di 2 metri quadri

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milanese che si occupa di «vivacizzaz­ione aste». Cioè, spiega il cofondator­e Giulio Licenza, «nel portare più persone possibile a conoscenza di un’asta e ad aggiudicar­si un immobile. È necessario, visto che l’Italia detiene il 35% dei crediti deteriorat­i d’Europa. Sono quelli che i debitori non riescono a ripagare e che le banche cedono per fare liquidità».

In un anno il tribunale di Bergamo (che risulta «più efficiente della media») ha messo all’asta appunto 5.081 lotti, di cui 3.948 (il 77,8%) da esecuzioni immobiliar­i, 1.050 (20,6%) da procedure concorsual­i e 83 (1,6%) da altre procedure di liquidazio­ni. Gli edifici residenzia­li sono 3.106 (61,1%, il 6% al di sopra della media italiana), i non residenzia­li 1.549 (30,5%) e i terreni 426 (8,4%).

Il tutto per un valore di 505.242.080 euro se si considera l’offerta minima, cioè il prezzo più basso a cui un lotto è stato posto all’asta, e che è stata di 157.868 euro per il non residenzia­le, 68.819 per il residenzia­le (valore del 10% inferiore alla media nazionale) e di 110.214 per il terreno. Cifre che non corrispond­ono a quelle delle vendite: le aste sono state 8.602, quindi 1,7 per lotto, leggerment­e sopra la media nazionale. Questo è bastato per causare una svalutazio­ne di 110.426.278 euro.

I dati rischiano di essere perfino inferiori al reale, perché a volte le aste vengono fatte in altre province. Per esempio: in cima alla classifica dei non residenzia­li nel Portale c’è un lotto da 100 mila metri

I valori

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