Fiori, piante e alberi di plastica Una galleria d’arte nel verde con i rifiuti che non inquinano
Un mare di plastica che non inquina ma produce bellezza nel parco più grande della città. Buste e sacchi diventano fiori giganti, piante, sculture oniriche tra fronde e sentieri. La natura che abbraccia l’arte e trasforma gli spazi all’aperto. Il Parco della Vernavola, polmone verde di 35 ettari a nord di Pavia, si traveste da museo a cielo aperto, un mare immaginario di opere tra le quali passeggiare e riflettere. Un’idea, quella di utilizzare in chiave artistica uno spazio pubblico solitamente frequentato da runner e famiglie per il picnic della domenica, nata dall’estro ambientalista di Claudia Borgna, land
artist di fama internazionale, e dell’assessore alla Cultura e musei del Comune di Pavia, Mariangela Singali Calisti. «La lunga clausura ci ha imposto di ripensare ai nostri spazi vitali, ad un’esistenza basata sul benessere delle persone e sulla sostenibilità ambientale. È nata così una passeggiata immersiva nel verde di questo luogo che ospiterà le installazioni di Claudia Borgna — spiega l’assessore —. Un modo alternativo di vivere l’arte, rispettando le disposizioni attuali che impongono la fruizione limitata di musei e sale espositive». L’inaugurazione sarà mercoledì prossimo (fino al 4 ottobre), ma l’artista ha già preso possesso delle sale espositive naturali dell’oasi protetta, dove trascorrerà una settimana tra alberi e radure della roggia Vernavola, per i preparativi della mostra intitolata «Per fare il mare ci vuole un fiore».
Le installazioni disseminate lungo il percorso espositivo di 5 chilometri saranno realizzate con circa trecento elementi; innumerevoli le ore di lavoro per allestire le 8 enormi opere in solitaria. «Quella di Claudia Borgna è una forma di land art denuncia, un appello antinquinamento attraverso opere imponenti e delicate, realizzate con sacchetti e bottigliette riciclati. La plastica si modella e assume le sembianze di grandi petali, liane, elementi botanici selvaggi costruiti con vaschette, cannucce e tappi». «La plastica rappresenta per antonomasia la distruzione dei mari e dell’ambiente — spiega l’artista —. Ciò che esce dalle nostre cucine, dai nostri bagni, può diventare bellezza».