In campo a Cagliari alla ricerca di un’altra Champions League
L’Atalanta a Cagliari cerca un’altra vittoria, Gasp: sfida complicata, ma vogliamo fare ancora meglio
Il mondo si è capovolto in un girone. Perché il 3 di novembre, al Gewiss Stadium, l’Atalanta veniva battuta dal Cagliari per 2 a 0. Per il terzo anno consecutivo i sardi espugnavano Bergamo, raggiungendo i nerazzurri in classifica al quarto posto e certificando le proprie ambizioni da Champions dopo un mercato estivo da big con Nainggolan, Simeone, Olsen, Nandez, Rog e compagnia. Diciannove giornate dopo è quasi strano pensare che ci siano 21 punti di differenza fra le due formazioni, considerando che nei due turni successivi gli isolani avevano addirittura guadagnato 3 lunghezze sfruttando lo stop dell’Atalanta contro la Juventus. Sono quindi 24 in 17 gare, un’enormità fra chi è in lotta per l’Europa League e chi, con la vittoria infrasettimanale contro il Napoli, sembra pronto a far partire il countdown per la conquista di una nuova qualificazione in Champions.
«È un campionato molto bello — osserva Gian Piero Gasperini —. Ci sono molte squadre che hanno obiettivi da raggiungere e possono rientrare in corsa. Nove partite sono tante, le condizioni diverse di quest’anno pongono un fattore di incertezza. Ogni partita ha problematiche differenti, noi vogliamo continuare il nostro trend positivo, abbiamo un obiettivo forte in testa che è ritornare in Champions e giocarla un’altra volta. Sappiamo della difficoltà, il Cagliari è un avversario complicato».
La trasferta in Sardegna non sarà semplice, ma il tecnico Zenga non ha grosse scelte nell’undici titolare. L’unica differenza rispetto al solito può essere l’opportunità di giocare a specchio, con tre difensori, oppure una linea a quattro. È comunque emergenza difensiva per le assenze di Ceppitelli e Walukiewicz, con il Primavera Andrea Carboni che dovrà fare gli straordinari contro il miglior attacco della Serie A. Anche perché l’Atalanta non ha nessun infortunato. «Godiamo di buona salute — ammette Gasperini — quindi posso scegliere. È importante esserci tutti, questo è un aspetto da considerare. Le prossime quattro partite le giochiamo ogni tre giorni, sarà il momento più concentrato. E decisivo per stabilizzare il nostro vantaggio. Probabilmente utilizzerò gli stessi giocatori, con qualche variante nei titolari. Gomez è il massimo emblema di questa squadra, per la qualità, per l’applicazione. Si fa trovare in ruoli diversi, dove serve e dove utile, è un riferimento fondamentale». Resta da capire se sarà la sfida del rientro di Josip Ilicic, assente giustificato in questo primo forcing dopo una botta ricevuta in allenamento prima del Sassuolo.
Sarebbe indiscutibilmente una risorsa, non tanto per un finale di campionato che si prospetta agevole — a meno di patatrac inaspettati — bensì per la final eight di Lisbona, in Champions League. «Nel calcio non si guarda indietro — chiosa Gasperini — insieme abbiamo ottenuto dei risultati mai raggiunti dal club nella sua storia, ma abbiamo obiettivi, c’è ambizione di fare meglio. L’assenza del pubblico? È il mio più grande rammarico. In generale manca a tutto il calcio, è una componente fondamentale e ce ne stiamo accorgendo. Per noi è ancora più dolorosa, loro ci hanno comunque fatto sentire vicinanza, in qualche modo gli stiamo regalando un sorriso. Era il nostro obiettivo di quando abbiamo ricominciato».
Elogio al Papu «È l’emblema massimo di questa squadra, si fa trovare in ruoli diversi, dove serve ed è utile»
L’assenza del pubblico è il mio più grande rammarico, in qualche modo gli stiamo regalando un sorriso
Gian Piero Gasperini allenatore