«Prezzi da Grand Hotel». La Rsa: no, sono le procedure
«Nessuna ricerca di lucro, ma solo misure messe in atto per adempiere a quanto richiesto dalla normativa». Residenza Primavera, la Rsa privata di Albano Sant’Alessandro, replica alla Cisl che criticava le tariffe fissate per l’isolamento di un ospite di cui familiari avessero chiesto la dimissione per trasferirlo ad altra casa di riposo. Il sindacato aveva parlato di «prezzi da Grand Hotel». Residenza Primavera, che specifica di essere accreditata dalla Regione ma non ricevere alcun contributo, spiega che «la procedura da adottare in questo caso, come previsto da delibera regionale, prevede un periodo di isolamento in camera di durata variabile (dipendente sia dalla disponibilità di test sierologico e tampone, sia dalla refertazione degli stessi, sia dall’esito) con i conseguenti maggiori oneri per la struttura, oneri di cui però la Rsa economicamente non è in grado di farsi carico, da qui la richiesta di una maggiore retta giornaliera e della tariffa per le spese di gestione amministrativa». Per quanto riguarda il costo dell’assistenza ad personam che il sindacato, viste le tariffe, ipotizzava fino a un costo di 9 mila euro a ospite la casa di riposo replica che questa «è un’eventualità applicabile solamente agli ospiti che non abbiano le competenze cognitive per rispettare l’isolamento in camera. E la Rsa si trova obbligata a dedicargli l’assistenza di un operatore addebitando il corrispondente costo orario. Diversamente la Rsa non sarebbe in grado, per questi ospiti, di garantirne l’isolamento, con eventuali ripercussioni sulla sicurezza. La possibilità di dedicare alla sorveglianza dell’ospite un operatore presente in turno è esclusa, perché sarebbe a scapito dell’assistenza agli altri degenti e, non meno importante, comporterebbe il mancato rispetto della normativa che chiede di garantire un minutaggio assistenziale minimo a ciascun ospite». La casa di riposo privata, poi, stigmatizza il fenomeno in atto in cui molte famiglie stanno spostando i loro anziani dalle case di riposo private a quelle contrattualizzate con la Regione, in pratica quelle comunali, dove le tariffe sono molto più basse grazie al contributo pubblico.