«I genitori medici È stato difficile pensare alla scuola»
Federico Rossi durante i 5 anni di studi al liceo Lorenzo Mascheroni, nella sezione E dello scientifico a indirizzo tradizionale, aveva immaginato in maniera diversa la maturità. «Quest’anno non abbiamo avuto le prove scritte, ma un unico colloquio orale da un’ora da affrontare con la mascherina», racconta lo studente, che vive a Bergamo. «All’improvviso il coronavirus ha cambiato le mie giornate, come quelle di tutti gli studenti italiani. Da un giorno all’altro è venuto meno il confronto con i professori e il rapporto con i compagni di classe. L’emergenza mi ha lasciato sconcertato». Ha seguito ogni lezione online, tenuto il ritmo con il programma delle diverse materie, davanti al computer a casa, mentre i suoi genitori ogni mattina uscivano per andare a lavorare in ospedale. «Sono entrambi medici al Papa Giovanni XXIII — dice —, mia mamma lavora in Medicina, mio papà in Ematologia, tutti e due hanno assistito e curato dei pazienti con il coronavirus. I loro turni con l’emergenza si sono prolungati, è stato difficile dal punto di vista psicologico rimanere concentrato e pensare alla scuola». Ma il 100 e lode era il traguardo sognato fin dal primo giorno di liceo: «Mi sono impegnato durante tutto il corso di studi per raggiungerlo». Federico vuole diventare designer, il colloquio d’ammissione per il corso di laurea dell’Università di Brescia lo ha già superato: «Preferirei però frequentare design al Politecnico di Milano, l’organizzazione del corso mi piace di più». Per il test d’ingresso dovrà aspettare settembre, quando si svolgerà in forma online. «Oltre alla soddisfazione per il voto, il liceo sarà un bel ricordo perché ho imparato a essere curioso. Non devono mai mancare la voglia di scoprire cose nuove e uno sguardo ampio sul mondo».