«A casa non riuscivo a cucire gli abiti come in laboratorio»
Giada Pansa, di Calusco d’Adda, è l’unica studentessa ad aver preso 100 e lode al Caniana, un voto che non si vedeva da almeno quattro anni nell’istituto tecnico. Ha frequentato il corso professionale per la produzione tessile e sartoriale e sogna di diventare una designer della moda. «Quando è scoppiata la pandemia mi sono un po’ scoraggiata — racconta la studentessa —, mi impegnavo da anni per arrivare sempre al massimo dei risultati e avere la possibilità di raggiungere la lode all’esame». Per gli istituti tecnici e professionali, dove le materie d’indirizzo spesso sono manuali, è stato più difficile riorganizzare le lezioni online. «I professori hanno il grande merito di aver fatto il possibile per formarci al meglio — dice Giada —. A scuola disegniamo, progettiamo e realizziamo vestiti, a questo ho dovuto rinunciare perché a casa non ho le attrezzature per cucire come in laboratorio». La presentazione di un modello, seconda prova dell’esame di maturità, è stata sostituita da un elaborato di grafica e design della moda con diversi disegni e cartamodelli. «Mostrare un nostro abito ci avrebbe valorizzato di più come studenti, purtroppo non è stato possibile». Sua mamma è infermiera: «Aveva il turno di notte quando il suo reparto è stato convertito al Covid. Ha lavorato molte più ore del solito e io dovevo aiutare in casa, cercare di sgravarle le faccende perché potesse riposare». La studentessa del Caniana ha già ricevuto proposte di colloquio da parte di alcune aziende: «È difficile scegliere del mio futuro: il diploma mi dà la possibilità di lavorare da subito e sarebbe una grande occasione. Però mi piacerebbe anche studiare, esistono scuole di specializzazione e corsi, ma hanno costi davvero elevati».