Oasi di Valpredina, super lavoro per rimettere in salute centinaia di rapaci e altri animali
Super lavoro al Centro di recupero animali selvatici nell’oasi del Wwf di Valpredina, a Cenate Sopra. Ogni giorno si ricevono un centinaio di telefonate con richieste di soccorso ad animali in difficoltà, con punte di 50 arrivi da tutta la regione. Vengono consegnate centinaia di rondoni e merli. Una cinquantina i pipistrelli presenti, non tutti recuperabili, come Molly, adulto di Molosso di Cestoni, arrivata un anno fa. «Una ragazza di Ciserano ha portato un cucciolo di civetta, trovato nel camino, spesso arrivano persone con nidi caduti potando la siepe, non lo sanno, ma è un reato toglierli — spiega Enzo Mauri, direttore della riserva naturale del Wwf —: abbiamo ricevuto una volpe da Fiorano, mentre un ragazzino, lungo la Morla ha trovato una rara tartaruga, la Emys Orbicularis, ha pedalato per 20 chilometri per consegnarcela». Nel 2019 sono stati oltre 2.800 gli animali curati, di cui 700 rapaci. Oltre la metà sono tornati in natura. Il percorso didattico nella riserva ha riaperto su prenotazione e con audioguida. Nelle voliere ci sono un barbagianni dall’ala amputata, due poiane e due coppie di gufi reali, una è riproduttiva e ha avuto 11 piccoli, tutti con anello Ispra di riconoscimento. «Sette pallini avevano causato la cecità a un’aquila reale, con l’operazione vedeva solo ombre, ha vissuto per 9 anni, era il simbolo della stupidità umana», conclude l’esperto.