Aziende, debiti per tirare avanti ma più ottimismo
Le aziende chiedono credito per andare avanti Migliorano le aspettative sul recupero delle perdite
Le aziende si indebitano per avere liquidità e andare avanti. Ma in un quadro d’insieme che resta pesantissimo, si vedono sprazzi di fiducia. Cala la percentuale di chi pensa di non recuperare le perdite.
Il quadro d’insieme resta pesantissimo sotto molti punti di vista, ma si rivede qualche sprazzo di fiducia. «Un segnale incoraggiante», lo giudica il presidente Carlo Mazzoleni. Solo tre mesi fa lo stesso studio congiunturale della Camera di Commercio di Bergamo, a seguito dello choc Covid-19 rilevava, insieme ad una situazione finanziaria problematica in oltre il 40% dei casi, una diffusa negatività sul recupero delle perdite. Il 26% del campione nell’industria, il 42% nell’artigianato, il 37% nel commercio e il 43% nei servizi aveva dichiarato che le perdite patite nel primo trimestre difficilmente avrebbero potuto essere recuperate.
Tempo tre mesi e le percentuali si sono alleggerite, come rileva lo studio, che riporta la quota entro il 15% nell’industria e intorno al 25% negli altri comparti produttivo-commerciali. Allo stesso tempo si allarga la fetta (comunque piccola) di imprese che afferma di non avere avuto effetti negativi, passando dal 5% al 10% nell’industria, dal 7% all’11% nell’artigianato e dal 9% al 15% nei servizi. Solo nel commercio al dettaglio si assiste a una riduzione della quota di imprese «immuni» dagli effetti del Covid-19 (dal 31% al 26%): l’onda lunga del virus si fa sentire sui negozi.
Va però sottolineato che, da un lato, la percentuale rimane superiore agli altri settori e che, dall’altro, questa riduzione si accompagna a una significativa crescita delle imprese che pensano di recuperare le perdite in tempi più o meno brevi, ma comunque oltre l’anno in corso.
Se l’orizzonte previsionale pare schiarirsi, la bilancia finanziaria continua a porsi in nettissimo squilibrio tra fatturati in diminuzione, necessità di continuare a sostenere le spese correnti (problematica che ha interessato una percentuale di imprese bergamasche comprese tra il 31% dell’industria e il 50% dell’artigianato) e bisogno di liquidità. Elemento, quest’ultimo che ha scosso dalle fondamenta il sistema creditizio commerciale ed istituzionale. A monte del problema sono stati i ritardi di pagamento dei clienti, soprattutto nei servizi (64%) e nell’industria (60%), mentre nell’artigianato questa criticità ha riguardato un’impresa su due (51%). Nel commercio al dettaglio hanno pesato maggiormente i costi di adeguamento ai protocolli di sicurezza (43%), problema che con percentuali inferiori ha riguardato anche gli altri settori, e le spese di magazzino (27%).
Come conseguenza di questa situazione servono, o meglio sono serviti, soldi subito; questa la motivazione preponderante per la richiesta di credito, in netta crescita rispetto al 2019. Se l’anno precedente si chiedevano prestiti per liquidità nel 40% dei casi, in tempi di lockdown la percentuale è salita al 66% nei servizi e nell’artigianato, 61% nell’industria e 56% nel commercio al dettaglio. È risultato in diminuzione l’utilizzo dell’autofinanziamento, in linea con la tendenza alla crescita del livello di indebitamento: l’industria mostra una discesa contenuta della quota di imprese che si finanziano con risorse interne (dal 60% al 56%), mentre il calo è significativo nell’artigianato (dal 48% al 38%), nel commercio al dettaglio (da 58% a 48%) e nei servizi (dal 47% al 40%). È aumentato, invece, in maniera rilevante l’utilizzo di contributi pubblici; la quota di imprese che ha beneficiato di qualche forma di aiuto pubblico passa dal 5% al 10% per l’industria, dal 3% al 15% per l’artigianato, dall’1% al 7% nel commercio e dall’1% al 12% per i servizi. Le condizioni di accesso al credito evidenziano una maggiore insoddisfazione rispetto al 2019, soprattutto nelle imprese di minore dimensione, con l’aspetto più critico legato alla tempestività, solo due imprese su tre li ha ritenuti sufficientemente adeguati.
Imprese immuni Sono poche ma in aumento le aziende che dichiarano di non aver subito danni
I debiti Nel 2019 il 40% del credito richiesto per liquidità: ora alcuni settori toccano il 66%