Diabolik, uno di noi
Il misterioso re del Terrore si aggira per Milano in una serie di albi speciali
Diabolik nasce nel novembre 1962 a Milano, sede della casa editrice Astorina (allora in via Leopardi, adesso in via Boccaccio) e dove erano nate le sue creatrici, Angela e Luciana Giussani. Nella presentazione di una delle tante mostre dedicate al «re del terrore» (titolo della prima avventura), si legge che «forse non sarebbe stato concepito in un’altra città, e forse in un’altra città due donne non avrebbero trovato il coraggio di lanciarsi nella folle idea di diventare editrici di un fumetto per adulti; in un’altra città, infine, forse Astorina non sarebbe ancora presente e attiva».
Gli esordi non furono facili, così le sorelle Giussani si inventarono persino volantinaggi fuori dalle Ferrovie Nord. Eva Kant, la bionda compagna, affianca Diabolik dal terzo albo. E proprio questa storia dà il via al film che, firmato dai Manetti Bros., uscirà nelle sale il prossimo 31 dicembre. Nel non irresistibile primo film del 1968, poi diventato un cult, di Mario Bava, i due protagonisti erano John Phillip Law e Marisa Mell, in questa nuova versione avranno i volti di Luca Marinelli e Miriam Leone, con l’ispettore Ginko, il nemico giurato di Diabolik, interpretato da Valerio Mastandrea. «Io sono Eva», è invece l’albo speciale in edicola da fine luglio che svela inediti misteri sul passato della fidanzata dell’eroe mascherato. Tra i tanti fan illustri di Diabolik, Dino Buzzati: non a caso «Il libro rosso di Diabolik», una vera chicca per collezionisti e appassionati, è stato da poco ripubblicato (Npe, in anastatica) con la prefazione di Almerina Buzzati, vedova del grande scrittore.
Il re del terrore sfreccia con la sua Jaguar E nera per le strade di Clerville, metropoli immaginaria. Ma nella sua lunga carriera non ha mancato di visitare, alla sua maniera, con colpi spettacolari, anche Milano, sempre in occasioni speciali. Come in «Appuntamento a Milano», venti tavole date in omaggio ai visitatori della Comiconvention 1992 e poi riadattata proprio per il «Corriere Milano» con il titolo «Colpo al Castello Sforzesco». Ci sono due altre storie scritte per lanciare nuove iniziative Astorina e allegate ai giornali Mondadori: non potevano che chiamarsi «Colpo alla Mondadori» e «Nuovo colpo alla Mondadori». Poi due incursioni in alberghi: «Colpo al Meliá Milano» e «Caccia al ladro al Quark Hotel», la prima per lanciare la «Diabolik Comic Experience Room» con una divertente caccia al tesoro, la seconda per festeggiare i cinque anni del Diabolik Club. Infine, «Colpo allo studio fotografico», uscita su «Io donna» nel 2001 (e rieditata quest’anno nei «Clerville Book») con Eva che si finge una modella.
C’è un altro mistero intorno alla figura di Diabolik, o meglio sulla scomparsa di Angelo Zarcone, il disegnatore del Numero Uno, sparito inspiegabilmente senza lasciare traccia, dopo aver completato le tavole del primo albo. Per la carnagione chiara e i capelli biondi veniva chiamato «il tedesco», consegnò il lavoro alla redazione e se ne andò senza lasciare alcun recapito. Si dice che nel 1982, per i vent’anni della testata, le sorelle Giussani ingaggiarono il famoso investigatore Tom Ponzi per ritrovare Zarcone, ma il disegnatore era svanito nel nulla.