Corriere della Sera (Bergamo)

Il Colle di Zambla e Camplano: un labirinto verde

La Val Serina a occidente, la Val del Riso a oriente: solchi erbosi e calcare

- di Davide Sapienza 3/ continua

Raggiungen­do il Colle di Zambla, noto passo che collega le valli Brembana e Seriana, potremo apprezzare anche le due valli che questo valico effettivam­ente connette e che sono confluenti delle maggiori: la Val Serina a occidente, la Val del Riso a oriente. Due vallate veramente uniche, la cui estensione si va a formare nell’osservator­e attraverso la percezione del possibile, di tutto ciò che sta oltre e sotto le quinte di un teatro naturale espanso, dove l’alpe sfoggia «personaggi» di spicco del mondo prealpino bergamasco: dall’Alben all’Arera, certo, ma anche attraverso l’intricato labirinto di vallate e profondità caratteriz­zato dai monti Grem e Golla, lungo la cui dorsale settentrio­nale si inabissa nella Val Dossana.

A mezza costa

Dal passo di Zambla (1.264 metri) partiamo per scoprire i primi chilometri, sul versante idrografic­o sinistro, della conturbant­e Val Parina (che per chilometri solca la Val Serina fino ad adagiarsi nel Brembo). Da qui, ai piedi dell’Arera, possiamo immergerci a mezza costa in un luogo evocativo, capace di sospingere i nostri passi, sviluppand­o la nostra curiosità: ci dirigiamo verso Camplano.

Paesaggio bucolico

In pochi minuti raggiungia­repentini mo una santella (dedicata alla Madonna di Caravaggio) e seguendo il sentiero 238 (inizialmen­te condivide la numerazion­e con il 223), ci adagiamo nel saliscendi di un paesaggio bucolico tra gli ampi pascoli ondulati del Monte di Zambla, un mondo di annunciazi­one per ciò che ci attende. Catturati dal bosco, proseguiam­o la salita regolare, con i nostri sensi in modalità percezione e aperti al mutare delle atmosfere di un ambiente che se da un lato è tipico delle Orobie, dall’altro si ammanta di un non-so-che avvolto da solchi erbosi abbracciat­i al calcare.

Quando la salita si fa più decisa, ci immettiamo sul sentiero 237 da dove, in elevazione a cielo aperto, sbuchiamo a Baita Camplano (1.830 metri).

Giochi di luce

Circa due ore di regolare andare ci hanno preparato ad incontrare il momento giusto, dentro e fuori di noi, per apprezzare i giochi di luce tra le nuvole, il cielo e i verdi spazi del genius loci Camplano.

Una danza inafferrab­ile che stimola la mente e alleggeris­ce il corpo, dediti ora al cammin facendo del libero vagabondar­e.

La grande piramide

Qui, come nelle highlands scozzesi, il verde indirizza lo sguardo tra doline, onde di roccia e praterie, variazioni di luce, la gran piramide verde e senza nome che eleva a dialogo il paesaggio.

Ma non basta. A Camplano è d’obbligo sostare a lungo e respirare, lasciarsi ispirare da quel famoso non-so-che e poi – per citare il grande Aldo Leopold - pensare come la montagna.

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A sinistra, nella foto grande, la piramide verde che sovrasta Camplano con la baita (1.830 metri). Nella foto piccola, in alto, il monte di Zambla, in primo piano, con l’Alben sullo sfondo
Prateria A sinistra, nella foto grande, la piramide verde che sovrasta Camplano con la baita (1.830 metri). Nella foto piccola, in alto, il monte di Zambla, in primo piano, con l’Alben sullo sfondo

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