Le architette: Bergamo Sex mercifica il corpo femminile
Il BergamoSex, iniziato ieri sera al Bolgia di Osio Sopra, e i cartelloni che lo pubblicizzano, scatenano le critiche di dieci architetti bergamaschi (tra cui otto donne), che si rivolgono al Comune di Bergamo e alla Provincia di Bergamo per rimuovere le affissioni. «Non possiamo condividere che il paesaggio urbano, su cui a titolo gratuito veniamo chiamati per consulenze professionali in commissioni comunali e provinciali — si legge nella nota — venga invaso da cartelli che utilizzano un linguaggio discriminante e lesivo della libertà e del rispetto del corpo femminile». Nello specifico la polemica è su un riquadro delle stampe, che pubblicizza la presenza di Davide La Greca, maestro nel bondage: «Illustra un corpo femminile mercificato, legato, privato della libertà, dando una rappresentazione di violenza e privazione ben lontana da quello che nell’ottica dei promotori dovrebbe rappresentare un gioco erotico per adulti, risultando priva di riferimenti alla complicità di coppia, al piacere provato dalla donna raffigurata e al suo consenso». La critica degli architetti poi si amplia all’intera iniziativa chiamando in causa l’emergenza coronavirus: «L’evento diventa fattore di rischio contagio per la collettività — continuano i professionisti —. È irrispettoso nei confronti dei sanitari». Nei giorni scorsi il vertice in Prefettura, con l’Ats di Bergamo e il sindaco di Osio Sopra, Edilio Pelicioli, aveva dato il via libera alla kermesse organizzata da Corrado Fumagalli (nella foto, con un’ospite delle passate edizioni del BergamoSex).