Rush finale per i lavori I dubbi e le trattative per le nuove strutture
Il ponte sfoggia ormai la sua nuova tinta verdolina scelta per i prossimi anni di servizio: la sabbiatura e la successiva verniciatura rappresentano l’ultima fase dei lavori al San Michele, con un’accelerata necessaria a rispettare la scadenza dei lavori e la riapertura definitiva del 14 settembre. Data confermata dalle Ferrovie ancora ieri, anche se non si è ancora deciso se ci sarà una cerimonia ufficiale (si propende per il sì, anche se con qualche dubbio organizzativo legato ad assembramenti e distanze). Questo anche se il cronoprogramma ufficiale porta ancora la data di fine lavori per il 29 novembre. L’importo dell’opera è di 21 milioni e 600 mila euro.
L’impresa Nodari di Milano si è fermata giusto un mese e mezzo nel pieno dell’emergenza Covid, per riprendere poi il 20 aprile con tutte le opportune misure di sicurezza per gli operai. E per recuperare il tempo perso hanno accelerato il più possibile, tanto che nelle prime settimane di agosto hanno chiuso il ponte al traffico per alcune notti in modo da effettuare speciali lavorazioni e in luglio hanno ottenuto dal Comune una deroga al limite di decibel istituito per il rumore in cantiere. L’ultimo bollettino ufficiale di Rfi, quello di ieri, parla di lavori in corso per il montaggio dei rinforzi sulle pile 2 e 5 con l’utilizzo anche di personale specializzato negli interventi in quota; di lavori sul livello 1 della pila 2 e della pila 5; della sigillatura degli interstizi dopo avere completato la sabbiatura e la prima mano di verniciatura sul quinto centrale dell’arco. Solo pochi giorni fa era stata completata la deviazione della condotta idrica che incrociava il tracciato della pista di manutenzione sul lato di Calusco d’Adda, dopo che qualche settimana fa erano stati fatti i rilievi topografici per consolidare la pista manutentiva sul lato di Paderno.
Non sarà l’ultima volta che il ponte vedrà degli operai. Vista l’età della struttura e la sua fragilità, servirà comunque una costante manutenzione. Nell’attesa che nei prossimi vent’anni vengano costruiti i suoi sostituti.
Per mandare in pensione il San Michele bisognerà infatti realizzare due ponti, uno stradale uno ferroviario. «Ai primi di luglio ne abbiamo discusso in una teleconferenza con Paderno, Parco Adda Nord, Sovrintendenza e Regione — spiega il sindaco di Calusco Michele Pellegrini —. Ma la cosa non è progredita molto, visto che la documentazione era stata consegnata solo ai due Comuni. È emerso, fra le altre cose, che sarebbe necessario coinvolgere anche i ministeri, complicando le cose. E che i progetti dei nuovi ponti dovranno tenere conto della candidatura per l’inserimento del San Michele nell’elenco dei patrimoni dell’Unesco. E quindi i progetti che cambieranno il volto di tutta la zona e l’immagine del ponte storico, dovrebbero essere sottoposti anche alla stessa Unesco. Ma la cosa più importante è che si riesca a risolvere il problema della viabilità della zona, e che si possa farlo in tempi brevi».
I rappresentanti dei vari enti hanno poi effettuato un sopralluogo nelle zone che dovranno ospitare i due nuovi ponti. Con Rfi che ha avanzato ipotesi meno invasive dal punto di vista dell’impatto ambientale e ha dato la propria disponibilità a unificare le due opere in un solo tavolo di progettazione, e un’unica procedura di realizzazione. Cosa che, facendo progredire entrambi i progetti alla stessa velocità, risolverebbe molti problemi.
Le ipotesi I due nuovi ponti sono previsti uno a monte e uno a valle di quello esistente