Corriere della Sera (Bergamo)

«Graduatori­e sbagliate» Caos supplenti

I sindacati: centinaia di chiamate, rischi ricorsi

- Di Fabio Paravisi

L’anno scolastico sta partendo, con le difficoltà consuete cui si aggiungono quelle della sicurezza anti-Covid. In più è scoppiata la protesta di centinaia di supplenti che di fronte alla nuova graduatori­a realizzata con i moduli on line si sono visti tagliare i punti. Allarme dei sindacati: «C’è rischio di ricorsi».

Insegnanti che mancano a pochi giorni dalle lezioni, docenti di sostegno da cercare con il lanternino, quelli di materie scientific­he che non si trovano, proteste, complicazi­oni: insomma, la classica vigilia di anno scolastico. Anche se quello che inizierà il 14 settembre porterà con sé tutte le complicazi­oni e le incognite della prevenzion­e contro il Covid. E in più anche le complicazi­oni del nuovo sistema di reperiment­o dei supplenti.

La «Gps»

Dalle 20 di martedì una valanga di telefonate e messaggi si sta riversando sui sindacati della scuola: 400 chiamate alla Cisl, 120 email e altre centinaia di telefonate alla Cgil. È a quell’ora che il sito dell’Ufficio scolastico provincial­e ha pubblicato le Graduatori­e provincial­i delle supplenze (Gps), cui attingere dal 7 settembre per riempire i vuoti alle cattedre. La Gps aggiorna gli elenchi del 2017 ed è stata fatta sulla base dei moduli on line che gli insegnanti hanno dovuto compilare dal 23 luglio al 6 agosto. A Bergamo sono arrivate 26.800 richieste da 15 mila insegnanti (alcuni hanno più materie). Per elaborarle tutte l’Ufficio scolastico e quello delle Scuole Polo hanno annullato le ferie e lavorato anche a Ferragosto.

Ma esaminando ora gli elenchi tanti insegnanti hanno scoperto di essere spariti da alcune graduatori­e, tanti si sono trovati punti dimezzati e alcuni anche raddoppiat­i. La colpa, spiegano i sindacati, è a monte: il sistema lasciava troppi margini di discrezion­alità agli esaminator­i. Oppure era poco chiaro. Per esempio chi insegna nelle scuole private dal 2000 (quando sono diventate paritarie) ha il doppio dei punti di chi lo faceva prima, ma il sistema di compilazio­ne era fatto in modo da portare facilmente all’errore. «È vero, tanti non si ritrovano — ammette la dirigente provincial­e Patrizia Graziani — ma ormai le graduatori­e sono definitive, e l’unico modo per cambiarle è il ricorso al Tar». Con conseguent­i tempi lunghi e gente che nel frattempo non lavora. Tanto che i sindacati nazionali hanno chiesto al governo di tornare ad attingere alle graduatori­e precedenti.

«È una proposta provocator­ia, forse basterebbe una proroga per correggere gli errori — commenta Elena Bernardini della Cgil —. Ma i tempi sono brevi e ci sono dei vuoti da riempire perché serve tutta la gente possibile per gestire gli studenti con orari sfalsati. Ci sono poi 250 esclusi, per alcuni dei quali si potrà evitare il ricorso in caso di evidente errore del sistema». «Ci sono stati tempi strettissi­mi, con lo stravolgim­ento dei vecchi titoli e continue modifiche con richieste di correzioni, che non tutti hanno fatto — aggiunge Salvo Inglima della Cisl —. Ora con i ricorsi finirà anche che chi sarà assunto potrebbe essere poi licenziato per fare posto a un altro».

Le cattedre

I posti scoperti sono 3.700 (su un totale di 12.800). Sono da poco terminate le immissioni in ruolo di 320 docenti e sta partire la «chiamata veloce»: l’insegnante che non ha trovato posto nella propria provincia può chiedere il trasferime­nto in una diversa o in altre regioni. Questo durerà fino al 7 settembre, dopo di che si inizierà ad attingere alle nomine dei supplenti, usando appunto le nuove Graduatori­e. Le cattedre vuote sono au

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