«Zona rossa, sfiducia a Fontana»
Nella mozione di sfiducia al presidente della Regione, Attilio Fontana, depositata dalle opposizioni (tranne Italia Viva) non poteva mancare il riferimento alla mancata zona rossa in Valle Seriana. Alla fine, l’11 marzo chiuse tutta la lombardia. Nella mozione: «Il presidente e la sua giunta avevano il potere di adottare misure più stringenti nei giorni precedenti».
Depositata il 28 agosto, ora della mozione di sfiducia al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, firmata dalle opposizioni, esclusa Italia Viva, emergono i dettagli. Bergamo, la provincia più colpita, è un argomento centrale. La Valle Seriana, in particolare: «La chiusura della Lombardia (11 marzo) in zona arancione, a dispetto dei dati che crescevano senza freni, ha sopperito, successivamente, alla creazione di una zona rossa lungo l’asse Albino-Nembro-Alzano Lombardo, il focolaio bergamasco. Le inchieste giornalistiche e i verbali pubblicati hanno appurato che il presidente Attilio Fontana, insieme alla sua giunta, avrebbe avuto il potere di adottare misure più stringenti già nei giorni precedenti così come hanno fatto altri governatori nell’ambito delle proprie competenze». Tra gli altri temi critici, l’ospedale da campo degli Alpini, alla Fiera, con l’iniziale mancanza di personale, e i numeri: «Al 26 aprile, in Lombardia, il 35% dei contagi, il 55% dei morti e il 17% dei tamponi rispetto al totale nazionale».