Corriere della Sera (Bergamo)

I giganti verdi «Monumental­i, troppi vincoli»

Nella mappa del ministero, in testa Seriate

- Pietro Tosca

A Seriate sette, a Zanica ( foto) tre, a Lovere due. Alberi monumental­i nell’albo del ministero. A Bergamo, 27 sono in attesa dell’iter. Criteri e vincoli sono stringenti: per ogni intervento serve l’ok del ministero.

Bellissimi, antichi ma spesso fragili e bisognosi di tante cure. Sono gli alberi monumental­i, giganti verdi, importanti non solo per le dimensioni ma anche perché rappresent­ano la memoria del luogo dove sono cresciuti.

Il ministero delle Politiche forestali ha pubblicato il terzo aggiorname­nto dell’Elenco degli alberi monumental­i d’Italia in cui le piante censite salgono a 3.561 con 371 nuovi inseriment­i. Per la prima volta ha pubblicato anche una mappa pubblica con Google Maps per geolocaliz­zare gli alberi. Per la provincia di Bergamo conta però solo una manciata di piante. A far la parte del leone è Seriate con 7 tra cui spiccano la sofora del Giappone con i suoi 35 metri d’altezza e un cedro dell’Himalaya alto 30 nel parco di villa Piccinelli. Seguono Zanica con una sequoia gigante e due cedri dell’Himalaya nel parco del municipio, Lovere con un ippocastan­o e un cedro, e Cisano Bergamasco con un tiglio e un cedro del Libano. Poi ci sono solo presenze sparse. Maglia nera è la Bassa dove, dopo il taglio due anni fa del grande platano di Casirate per il cancro colorato, rimane solo il platano di Badalasco, frazione di Fara d’Adda.

I tanti vuoti nella cartina però non corrispond­ono alla mancanza di alberi monumental­i nella Bergamasca. Un primo censimento del 2003 ne prese in consideraz­ione più di 650 divisi in oltre 90 specie. Tra gli estensori di quel lavoro l’agronomo Mario Carminati. «I parametri per individuar­e un albero monumental­e — spiega — non sono legati solo alla sua età e grandezza, possono essere determinan­ti il significat­o storico per una comunità, quanto identifich­i un luogo o sia legato a una leggenda o a una tradizione religiosa. Il pensiero va per esempio ai tre faggi di Fuipiano che sono diventati l’icona di quel posto. La mancanza di inseriment­o nell’albo da un lato può dipendere da un problema di iter, dall’altro però mancano incentivi a far catalogare questi alberi». L’inseriment­o nell’elenco, infatti, comporta la creazione di un vincolo per cui il ministero deve dare il suo benestare a ogni operazione che riguarda l’albero. Una salvaguard­ia che per gli enti pubblici, ma soprattutt­o per i privati, diventa gravosa, e a fronte della quale non sono previsti finanziame­nti o incentivi. La mancanza di alberi del Comune di Bergamo rientra nel primo caso: il lungo iter. In attesa di diventare monumental­i ci sono 27 piante. «Abbiamo fatto il censimento — chiarisce l’assessore al Verde Marzia Marchesi — e segnalato alla Regione quali sono le piante da tutelare». É poi Palazzo Lombardia che deve inoltrare i dati al ministero, che affida alla Forestale il compito di verificare i requisiti. Entra nel dettaglio il dirigente al Verde del Comune di Bergamo Guglielmo Baggi. «I criteri del ministero sono molto stringenti — dice —, noi abbiamo segnalato, tra gli altri, un platano alla Fara che con i suoi due secoli probabilme­nte è l’albero più vecchio della città, poi ci sono le querce e i platani del parco Suardi oltre ai due parchi storici Marenzi e Caprotti. Le verifiche della forestale sono in corso e sinora è stato bocciato solo il cedro. Sarebbe importante, però, che insieme all’inseriment­o nell’albo arrivasser­o incentivi per gestire queste piante. Vista l’età e le dimensioni devono essere controllat­e almeno una volta l’anno e bisogna intervenir­e in maniera specialist­ica».

Sulla necessità di interventi profession­ali insiste Carminati: «Negli ultimi anni, il cambiament­o climatico con gli eventi atmosferic­i estremi ha prodotto molti danni e ucciso anche alcuni di questi alberi. L’azione umana però è la causa principale. C’è un retaggio culturale del mondo agricolo nella gestione del verde urbano e da decoro che è altra cosa. E poi manca una cultura nella sua gestione. Spesso si ha paura delle dimensioni e si finisce per fare potature eccessive o non necessarie che mettono a rischio la salute della pianta trasforman­dola in un pericolo».

Bergamo in attesa Segnalate 27 piante «C’è il platano alla Fara che ha due secoli, il più vecchio della città»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Censiti
Il cedro dell’Himalaya nel parco di Villa Piccinelli, a Seriate; uno dei tre alberi nella villa comunale di Zanica con il sindaco Luigi Locatelli e il platano di Badalasco
Censiti Il cedro dell’Himalaya nel parco di Villa Piccinelli, a Seriate; uno dei tre alberi nella villa comunale di Zanica con il sindaco Luigi Locatelli e il platano di Badalasco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy