Corriere della Sera (Bergamo)

Cambridge online tutto l’anno Libertà di scelta a Stoccolma

Bergamasch­i all’estero tra incertezze e corsi a distanza (con training)

- Di Marianna Locatelli

L’università di Cambridge ha già deciso: lezioni online per tutto il prossimo anno accademico. A Stoccolma invece sono i singoli dipartimen­ti a scegliere, in Spagna si continua a studiare e dare esami da casa, mentre in Olanda c’è un parziale ritorno in aula. Dovunque, insomma, il Covid-19 ha stravolto l’organizzaz­ione universita­ria, obbligando studenti e professori a rivedere modalità di studio e insegnamen­to.

Luca Magri, 34 anni, di Bergamo, è docente e ricercator­e presso la facoltà di ingegneria di Cambridge, in Inghilterr­a. Da marzo le lezioni sono state trasferite online, i servizi unirestano versitari chiusi e gli esami sospesi: «C’era un’unica sessione a maggio ed è stata cancellata — spiega Magri —. Forse verrà recuperata, nel frattempo gli studenti sono passati di diritto all’anno successivo, mentre chi era alla fine del master ha potuto discutere la tesi a distanza». Il ricercator­e, che insieme ad altri scienziati è stato tra i consulenti del governo inglese per l’elaborazio­ne di un modello matematico in grado di prevedere l’evoluzione dell’indice RT (che descrive la velocità di diffusione dell’epidemia), si sta preparando al rientro virtuale in aula: «Ho iniziato a registrare video lezioni: salvo qualche eccezione, i corsi saranno a distanza per tutto l’anno. È la decisione di Cambridge, ma è stata adottata, almeno fino a gennaio, anche da altre università del Regno Unito».

Libertà di scelta a Stoccolma, dove alcuni dipartimen­ti hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre altri corsi a distanza, come il master in scienze educative internazio­nali e comparativ­e, frequentat­o prevalente­mente da studenti stranieri tra cui la ventiquatt­renne bergamasca Giulia Bendinelli. «Già da gennaio ci hanno dato la possibilit­à di non frequentar­e, dopo che due mie compagne rientrate dalla Cina si erano messe in quarantena. A marzo lezioni ed esami sono passati in modalità online, che nel mio caso continuerà almeno fino a dicembre». Sospesi temporanea­mente gli scambi con l’estero: «Avrei dovuto fare l’Erasmus ad Amsterdam, spero di andarci l’anno prossimo».

Marianna Angelini, 20 anni, di Città Alta, descrive la situazione al politecnic­o olandese di Eindhoven, dove studia architettu­ra: «A metà marzo l’università è stata chiusa e lezioni e laboratori sono passati online. Ora si può tornare al campus ma bisogna prenotare posti in biblioteca e nelle aule, che hanno capienza ridotta. Alcuni corsi, soprattutt­o quelli del primo anno, sono tornati in presenza». Dalla Spagna, Cristian Salomoni, trentenne di Grumello del Monte e docente di comunicazi­one non verbale in università pubbliche e istituti privati, lamenta una «scarsa attenzione per il mondo universita­rio, ancora pieno di incertezze, dove esami e lezioni continuano ad essere a distanza». Dello stesso paese è Lorenzo Nardo, 39 anni, medico, ricercator­e e insegnante all’Università della California di Davis, dove si occupa di studio dei tumori e di radioterap­ia: «Le lezioni online, facoltativ­e in tempi normali, sono diventate obbligator­ie e io ho seguito un training per essere più efficace nell’insegnamen­to. Solo alcuni corsi pratici si svolgono in presenza, ma in aule grandi e con alunni distanziat­i muniti di mascherina».

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Marianna Angelini
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Cristian Salomoni
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Luca Magri
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Lorenzo Nardo
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Giulia Bendinelli

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