Gli angeli del basket
Dal campo di Dosolo ai festival di mezzo mondo L’avventura degli atleti e di una coop solidale protagonisti del film premiato anche da Clooney
Gli angeli DOSOLO (MANTOVA) del canestro conquistano l’America e pure un’icona del grande schermo come George Clooney. Con una storia che, del resto, potrebbe ispirare Hollywood.
Era partito tutto per gioco in casa Dosoloso, squadra di basket iscritta da anni al Csi mantovano. Lo sponsor, nel 2015, era una impresa di pompe funebri, la Millenium di Viadana. Così la squadra ha mostrato un primo colpo di genio, disegnandosi una divisa diversa dalle altre, simile a quella elegante utilizzata dagli operatori funebri, e poi ha scelto di girare un mini spot — con buona dose di creatività mixata a ironia e sfrontatezza — dentro un cimitero. Cinque anni dopo Michele «Bubu» Fadani, giocatore del Dosoloso e regista, ha deciso di rimettere mano a quel percorso artistico e ha allungato il cortometraggio da 3 a 11 minuti, trasformandolo in trilogia. Un’opera che — a sorpresa — di candidatura a candidatura nei festival ha girato il mondo e nei giorni scorsi ha ottenuto il primo posto nella sezione «Experimental» a La Jolla, in California, nell’Indie Film Festival di cui Clooney è testimonial. Un concorso che nel 2016 annoverava la partecipazione di Katie Holmes, già star di «Dawson’s Creek» e co-protagonista in «Batman Begins» di Christopher Nolan.
«Riscrivendo la nostra storia, che ha ottenuto l’appoggio della stella ex Nba Gigi Datome e del coach della nazionale
Meo Sacchetti (entrambi hanno posato con l’originale divisa del Dosoloso, ndr), ne è uscita una sfida stile angeli e demoni — spiega Fadani, che si è avvalso delle musiche originali di Alessandro “Mulèe” Ferrari, artista locale —. Abbiamo immaginato che il cimitero diventasse lo sfondo per una partita ultraterrena: all’inizio del corto i giocatori del Dosoloso finiscono nel giardino dell’Eden, vengono tentati dall’albero proibito, poi però godono di una seconda occasione, che passa da una partita di basket. A sfidarli sono tre demoni e così i nostri eroi chiedono aiuto a due arcangeli, che vanno in campo senza conoscere le regole ma per il puro piacere di giocare. La gara terminerà in modo inatteso, perché il risultato è l’ultima cosa che conta».
Sono stati coinvolti così Nicola Araldi e Lorenzo Fortunati del gruppo «Ciao, ci vediamo domani» del Comitato di Solidarietà di Viadana, oltre ad Alberto Cantoni, Tommaso Calciolari, Marco Golinelli e Daniele Borgonovi della Cooperativa il Ponte di Poggio Rusco. «Sono ragazzi con sindrome di Down, che si danno da fare con il teatro. Li abbiamo contattati, ricevendo in cambio grande entusiasmo — spiega Fadani —. Per loro era la prima volta in un progetto cinematografico ed è uscito il lato sociale e solidale dell’iniziativa. Quanto tutto è cominciato, non ci aspettavamo di girare il mondo. Invece abbiamo iniziato a promuovere il corto su Youtube e, senza pretese, a iscriverlo ad alcuni festival europei. Il passaparola ha fatto il resto».
Durante l’estate il Dosoloso con «The Greatest Basketball Fight» (questo il titolo del film) ha già partecipato a undici festival: da Istanbul a Swindon, da Nazareth a Mosca (in due manifestazioni distinte), da Londra all’India, col Festival Kalahari, da Phoenix a Roma. Passando, appunto, dalla California: un’apparizione all’Hitchcock Film Awards a Los Angeles, e poi il colpaccio a La Jolla, a breve distanza dalla patria del cinema, Los Angeles. «Il mondo lo abbiamo girato virtualmente — spiega Fadani — perché il Coronavirus ha imposto un po’ ovunque visioni e premiazioni a distanza. Ma è stato meraviglioso anche così». Una «goliardata» finita sul tappeto rosso.