I Talismani di Vasco Brondi
Nello spettacolo letture e cover di artisti amati dal cantautore ferrarese
Quando, un anno e mezzo fa, Vasco Brondi ha messo fine al progetto Le Luci della Centrale Elettrica, in pochissimi hanno pensato che avrebbe chiuso con la musica. Difficile immaginarsi il cantore degli «anni zero», come il 36enne è stato definito, lontano dai palchi che ha sempre calcato con intensità e passione, e oggi non sorprende sia stato proprio lui uno dei primi a tornare all’attività live nonostante la pandemia.
«Mi sono reso conto che qualsiasi altra cosa mi ritrovi a fare alla fine torno lì, alle canzoni», afferma Brondi, stasera all’Idroscalo con uno spettacolo nato durante un lockdown vissuto come «un momento di raccoglimento». «Ero nel mio studio a Ferrara, circondato dai libri e dai dischi della mia vita. Sono stati i miei anticorpi: alcuni li avevo letti o ascoltati a 15 anni, ma riprendendoli in mano ho capito quanto mi parlassero forte ancora oggi». Il risultato è un concerto, «Talismani per tempi incerti», impreziosito da parole e letture. Da un lato ci sono le canzoni firmate Le Luci della Centrale Elettrica: alle spalle quattro album in studio, all’Idroscalo Brondi sarà accompagnato da chitarra, piano e violoncello, e pescherà soprattutto da «Costellazioni» (2014) e «Terra» (2017), gli ultimi due dischi con cui ha accantonato lo stile scarno degli inizi per dare spazio ad arrangiamenti più stratificati, atmosfere ariose, testi meno claustrofobici. Dall’altro, la scaletta includerà cover e letture. «I talismani del titolo», spiega lui. «Cambiano a ogni data, si va da De André ai Cccp/Csi, da De Gregori agli Afterhours, da Battiato a Bukowski, da Erri De Luca alla poetessa Mariangela Gualtieri. È come se portassi in scena un omaggio ai miei maestri.
Quelli che molti definirebbero cattivi, cantanti e scrittori magari morti giovani, alcolisti, narcisisti, inquieti, però incredibilmente umani: mi hanno insegnato che la vera libertà è essere ciò che si è e incarnando questo ideale continuano a risuonarmi dentro, ampliano la mia visuale, mi fanno sentire come ha dichiarato di essersi sentito Herzog dopo aver visto “Padre padrone” dei fratelli Taviani: meno solo al mondo».
Parla con entusiasmo, Brondi; anticipa che in autunno si dedicherà a «ordinare un sacco di idee sparse per capire cosa possano diventare». Un nuovo disco? Un libro? Dice di non saperlo, di sicuro i viaggi saranno una fonte d’ispirazio
❞ Coscienza inquieta La serata è un omaggio ai miei «cattivi maestri» da De André a Bukowski da Battiato fino ai Cccp
ne. «Nel 2019 sono stato in India ed è un po’ che ogni anno trascorro un periodo alle Canarie, dove insegno yoga in una scuola: mi sono creato una seconda vita in esilio!». Ride, un po’ scherza, un po’ no. Le Luci della Centrale Elettrica è un capitolo chiuso, ma ci sarà dell’altro. «Non ho paura di fare ciò che desidero da quando da ragazzino scoprii il punk. Altro che autolesionismo: col messaggio che i difetti sono come bandiere mi ha fatto passare tutti i complessi dell’adolescenza in una botta sola. Per me è stato la cosa più salutare del mondo».