Fiera, Gallera: «Cerchiamo alternative»
Ma una soluzione concreta non c’è. La società attende
Rispondendo a un’interrogazione del consigliere regionale bergamasco di Azione Niccolò Carretta, l’assessore regionale Giulio Gallera conferma di essere alla ricerca di una soluzione alternativa per i posti letto dell’ospedale da campo, aperto alla Fiera di Bergamo dall’inizio di aprile. Carretta stigmatizza il ritardo con cui la Regione si starebbe muovendo su questo tema, mentre Bergamo Fiera Nuova e Promoberg attendono speranzose una soluzione. Che al momento, però, non c’è ancora.
La Regione cerca una soluzione alternativa alla Fiera, per l’ospedale da campo. O meglio, per gli attuali ambulatori del Papa Giovanni che, in poche ore, potrebbero essere ritrasformati in reparto con tanto di posti letto. Ma una soluzione, alternativa appunto, non c’è. Al momento esiste solo la risposta che l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha dato ieri all’interrogazione depositata dal consigliere regionale bergamasco Niccolò Carretta (Azione): una richiesta che era stata presentata prima dell’estate, quando era già chiaro che il numero di posti letto realizzati nei padiglioni di via Lunga (142) superava, e di parecchio, il fabbisogno reale a sostegno degli ospedali bergamaschi.
È abbastanza chiaro, e lo dice anche Carretta nella sua nota ufficiale dopo le dichiarazioni di Gallera, che «il tutto è ancora molto legato ai contagi di queste settimane. Se in crescita, bloccheranno tutti gli auspici e gli impegni presi dal prefetto Enrico Ricci e dalla giunta regionale di liberare lo spazio in favore di altri luoghi che la struttura regionale sta rintracciando».
O meglio, sta cercando di rintracciare, perché al momento non ci sarebbero soluzioni concrete sul tavolo. «Finalmente è arrivata una risposta da Regione Lombardia anche se dal silenzio siamo passati a parole troppo aleatorie — prosegue Carretta —. Prendo atto dell’impegno dell’assessore Gallera che, durante la commissione di questa mattina ha riportato ai commissari, lo sconcerto e la preoccupazione della dirigenza di Ente Fiera. Ho l’impressione che Regione Lombardia si stia muovendo con molto ritardo e con lentezza. Occorre trovare una soluzione alternativa, anche chiedendo con forza al Commissario Arcuri di sbloccare il piano nazionale per le Terapie Intensive, e questo deve essere un obiettivo tassativo nell’interesse sanitario generale, ma anche su quello relativo alla ripresa dell’economia bergamasca».
Carretta riassume così le preoccupazioni che il 5 agosto, proprio durante un incontro con l’assessore Gallera, erano state espresse con decisione dall’amministratore unico di Bergamo Fiera Nuova, Giuseppe Epinati, che guida la società proprietaria dell’immobile. Epinati si era mosso con il pieno sostegno dei principali azionisti, in primis la Camera di Commercio, ma anche il Comune di Bergamo e la Provincia. Già allora i partecipanti all’incontro si erano dati un mese di tempo per valutare eventuali soluzioni alternative (da sempre caldeggiate da Epinati) e poi fare il punto. Il mese è passato. Il nodo sta tutto (o quasi) nel piano per le Terapie intensive. I padiglioni di via Lunga continuano a essere indicati come un hub cruciale che potrebbe tornare in gioco in caso di una ripartenza preoccupante dell’epidemia. Ma arrivare fino all’autunno con i padiglioni occupati sarebbe un disastro anche per la prossima stagione fieristica di Promoberg.
L’interrogazione Carretta (Azione) aveva chiesto chiarezza già prima dell’estate: «Si perde tempo»