Corriere della Sera (Bergamo)

«Il mio impegno contro il web delle vendette»

L’attore protagonis­ta del cortometra­ggio presentato a Venezia: «Esempio di cinema civile»

- Federico Fumagalli

Alessio Boni è il protagonis­ta del cortometra­ggio «Revenge Room», presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e che tratta la piaga del revenge porn. «Se riuscissim­o ad aiutare anche un solo ragazzo che guarda il film, allora avremmo fatto bingo», le parole dell’attore originario di Sarnico.

VENEZIA Alessio Boni arriva alla Mostra del Cinema. E subito riparte. Strette tempistich­e da divo. Ma anche tempi del tutto nuovi per l’attore bergamasco, che da cinque mesi e mezzo è diventato papà di Lorenzo. La nascita del primogenit­o ha permesso a Boni di vivere un lockdown «fantastico. Mi rendo conto che in ciò che dico vi sia una dicotomia spaventosa. Specie per uno di Bergamo come me». E per cui il coronaviru­s non è certo stato indolore: «A causa del Covid, ho perso zii e amici». «Ma — spiega — mi è stata data l’opportunit­à di vivere con mio figlio 24 ore su 24. Anzi, mi hanno proprio costretto a farlo. Avrei visto pochissimo Lorenzo se fossi stato in tournée (con “Don Chisciotte”, che riprenderà a inizio 2021,

ndr)». Il 54enne interprete di cinema, teatro e tv lascia libero sfogo all’entusiasmo per la paternità e parla con passione del suo ultimo progetto, il cortometra­ggio «Revenge Room». Diretto da Diego Botta, prodotto da One More Pictures con Rai Cinema, l’appeal di Baby K in colonna sonora, dopo la presentazi­one al Lido come Evento Speciale è disponibil­e sulla piattaform­a RaiPlay e avrà presto una versione in realtà virtuale 360°.

«Revenge Room» ha per protagonis­ti due adolescent­i, una brutta vendetta tra ex fidanzati e un elegante, mefistofel­ico personaggi­o, che lei interpreta con misura.

«In carriera, mi mancava giusto un ruolo del genere. Definirei il mio personaggi­o, un Caronte da psicoanali­si.

“Revenge Room” è un esempio di cinema civile. Riuscisse ad aiutare anche un solo ragazzo che lo guarda, avremmo fatto bingo».

Il corto si rivolge in particolar­e alle vittime di revenge porn: l’incontroll­ata circolazio­ne su web, di foto e video privati a contenuto sessuale.

«A volte, usare il web è come avere in tasca una pistola. Credo che la Generazion­e Z debba essere ascoltata di più. Molti ragazzi vivono in un mondo virtuale e spesso non escono nemmeno più di casa. Non sono maleducati, sono ineducati. E se i genitori non riescono ad aiutarli, è la scuola a doverci pensare».

Anche il cinema può dare

una mano?

«Certo. Quanti sapevano di Peppino Impastato (il giornalist­a siciliano, assassinat­o da Cosa Nostra, ndr) prima di “I cento passi” di Marco Tullio Giordana? Sono molti di più quelli che lo conoscono ora, dopo avere visto il film».

Conoscere di più e meglio per costruirsi nuovi punti di riferiment­o, avere altri cui ispirarsi ...

«Potrei fare anche i nomi dell’attivista Greta Thunberg e di Ilaria Cucchi, che ha lottato per avere giustizia sulla morte del fratello Stefano».

Cita nomi e fatti che il cinema ha recentemen­te indagato. Il documentar­io “Greta” è quest’anno alla Mostra. Il film “Sulla mia pelle”, sulla vicenda Cucchi, c’era stato due anni fa. “Revenge Room” è già sbarcato sul web. Contento di questa collocazio­ne?

«Molto. RaiPlay è un mezzo potentissi­mo. Stando sul web, possiamo entrare nei meccanismi di fruizione del pubblico cui ci rivolgiamo. Tanti giovani nemmeno vanno più al cinema. Se vogliono vedere un film, cliccano su un link».

Impegno

«Se riuscissim­o ad aiutare anche solo un ragazzo che lo guarda avremmo fatto bingo»

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 ??  ?? Al Lido Alessio Boni con in braccio il figlio Lorenzo, nato cinque mesi e mezzo fa, insieme alla compagna Nina Verdelli
Al Lido Alessio Boni con in braccio il figlio Lorenzo, nato cinque mesi e mezzo fa, insieme alla compagna Nina Verdelli

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